Ad aprile, le agenzie federali statunitensi hanno identificato un ceppo di influenza aviaria – il virus H5N1 – nelle mammelle di alcune mandrie di mucche presenti in Texas ed altri otto stati. In seguito al ritrovamento di queste concentrazioni straordinariamente elevate del virus, il governo si è visto costretto a lanciare l’allarme, chiedendo alla popolazione di non consumare latte crudo. Tuttavia, invece di scoraggiarne il consumo, l’effetto è stato l’opposto: le vendite di latte non pastorizzato sono aumentate di settimana in settimana, per un aumento totale del 65% rispetto allo stesso periodo nel 2023.
Il latte crudo, che non subisce il processo di pastorizzazione per eliminare i patogeni, ha sempre avuto una certa nicchia di consumatori. Tuttavia, per gli esperti, l’aumento delle vendite sembra sfidare ogni logica, soprattutto visti gli avvertimenti degli scienziati prima e della politica dopo. Ma ci sono delle ipotesi. Una delle ipotesi principali elaborate dietro questo comportamento anomalo è infatti quello della sfiducia nelle autorità governative. David Acheson, ex responsabile della sicurezza alimentare presso la Food and Drug Amministration, ovvero l’ente governativo statunitense che regola i prodotti alimentazioni e farmaceutici, suggerisce che la gestione della pandemia di Covid-19 ha ulteriormente ridotto la fiducia della popolazione nelle istituzioni, e le raccomandazioni contro il latte crudo vengono percepite come simili alle misure anti-Covid, spesso ritenute arbitrarie e scientificamente infondate.
Questa sorta di ostinata sfiducia nelle istituzioni e nella scienza avrebbe così portato parte della popolazione americana a fare letteralmente l’opposto di quanto suggerito dal governo. In più, ad alimentare questo comportamento, ci sarebbe anche una mal riposta fiducia nei confronti dei produttori locali, soprattutto nelle aree rurali dove la popolazione vive a stretto contatto con gli allevatori, conoscendone le pratiche di produzione.
Gli esperti si dicono naturalmente preoccupati per la possibile comparsa di malattie individuali, ma anche per gli effetti che un’infezione da H5N1 potrebbe avere su tutta la popolazione. L’influenza aviaria, come tutti i virus influenzati, è nota per le sue capacità di mutazione, rendendola particolarmente efficace nell’adattarsi e diffondersi tra specie diverse, potenzialmente aumentando il rischio di un’altra pandemia.