New York ha un problema con le torri 5G, ed è soprattutto estetico

Nick Colvin, amministratore delegato di LinkNYC, ha tentato di rispondere alle critiche, spiegando come la rete 5G pre-esistente sia in sovraccarico ed impossibilitata a soddisfare le esigenze di una città che conta otto milioni di abitanti.

Sono già 150 le torri 5G installate da LinkNYC, l’azienda responsabile della rete di comunicazione supportata dalle torri Link5G, e 2.000 sono quelle previste in futuro. Alte quasi 10 metri, tendenzialmente argentate e simili a dei pali dell’illuminazione, a volte sono dotate di terminali video alla base; tutte, comunque, sono coperte di un “rivestimento” alla cima per nascondere gli anti-estetici (e un po’ minacciosi, per alcuni) trasmettitori, nel tentativo di renderle più eleganti: queste torri hanno iniziato a fare la loro comparsa per le strade di New York nel 2022, parte dello sforzo della città nell’aggiornare il servizio wireless.

Ma nonostante il tentativo di renderle il meno possibile impattanti all’occhio dei passanti, fioccano già le lamentele. Recentemente una di queste torri 5G è spuntata nel bel mezzo dell’incrocio tra la West 12th Street e Washington Street, nel Greenwich Village, uno dei quartieri storici di New York, caratterizzato da edifici storici in pietra belga simil-ciottolato, tipici della fine dell’800. Migliaia di residenti del quartiere hanno avviato una campagna contro l’installazione della torre, inviando svariate lettere agli uffici preposti; agli abitanti del Greenwich Village si è poi aggiunto anche il New York’s State Historic Preservation Office, l’ente statale che si occupa di identificare e preservare i siti storici nello stato di New York, che ha condannato l’installazione dell’antenna dal “design incompatibile” con il circondario.

Nick Colvin, amministratore delegato di LinkNYC, ha tentato di rispondere alle critiche, spiegando come la rete 5G pre-esistente sia in sovraccarico ed impossibilitata a soddisfare le esigenze di una città che conta otto milioni di abitanti. Colvin ha cercato anche di difendere il design delle torri: dopo vari progetti scartati, la scelta è caduta sulla proposta di Antenna Design, la stessa azienda che ha disegnato il distributore di MetroCard ed i nuovi vagoni della metropolitana. La proposta di Antenna Design è proprio per essere il meno impattante possibile ed adattarsi alle strade della Grande Mela.

Le torri 5G progettate da Antenna Design hanno iniziato a fare la loro comparsa a New York dal 2022: se ne contano oltre 150, e più di 2.000 installazioni sono già programmate per gli anni a venire

Dichiarazioni che, comunque, non hanno placato le critiche. Soprattutto nei confronti di una tecnologia, quella del 5G, che si porta dietro un’onta di scetticismo misto a complottismo. Odette Wilkens, direttore esecutivo di NYC Alliance for Safe Technology, ha infatti aggiunto alle preoccupazioni estetiche anche quelle relative alla sicurezza pubblica. Nonostante la FCC abbia dichiarato sicura la tecnologia 5G, in vari quartieri della città i residenti si sono uniti in campagne e petizioni contro le torri, sostenute da figure politiche di spicco, come il presidente del distretto di Manhattan, Mark Levine, e il rappresentante Jerry Nadler.

E se le campagne contro le torri 5G sembrano figlie dei tempi che corrono, l’idea di “difesa dei marciapiedi” affonda le radici in tempi molto meno recenti, quando i newyorkesi dovettero affrontare un problema simile nel 1880: la comparsa dei pali telegrafici. Nel 1881 il New York Times descriveva l’arrivo di questi pali “dalle dimensioni e dalla goffagine mai vista al di fuori della Maine Woods”, e fu solo il primo di una lunga serie di articoli che per vent’anni fioccavano sui quotidiani locali. L’odio verso i pali telegrafici spinse anche il procuratore generale dello Stato ad intentare una causa per farli rimuovere, senza troppo successo. Alla fine, nel 1900, i pali telegrafici divennero così comuni che nessuno più se ne lamentò.

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