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Napoli/New York. Andata e Ritorno

Passeggiando per le strade di Manhattan, perso tra i grattacieli mentre ero al telefono, c’era qualcuno che ascoltandomi… camminando esclamava “Forza Napoli”, sia tra gli italiani sia tra gli italoamericani. E già così in qualche modo mi sono sentito come in un attimo nella mia amata Napoli.

Dal 25 maggio è partita una nuova tratta aerea che collega Napoli – New York con quattro voli quotidiani della compagnia Delta Airlines. Si tratta di una vera svolta, che conferma l’attrattività di Napoli e la Campania nel mondo. Questo è il segno tangibile della rinascita del Sud Italia, di un Sud che è ripartito verso nuovi orizzonti e che sta diventando sempre più un importante centro attrattivo di investimenti, e non solo sul piano turistico. Il capoluogo partenopeo, la Campania con le sue isole e la Costiera Amalfitana, sono mete molto richieste dal mercato statunitense, ha affermato il senior vice president di Delta, Matteo Curcio, nel corso della conferenza stampa di presentazione.

Ma è del tutto evidente che il collegamento diretto Napoli – New York agevoli non solo i viaggi turistici nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche trasferte di affari, e unisce ancora di più due città che hanno già molto in comune: affacciano sul mare, si trovano sullo stesso parallelo e si respira un fermento culturale che potremmo definire quasi complementare.

Questa novità, oltre ad essere una bellissima notizia, è motivo d’orgoglio per l’Italia che si conferma come una grande meta internazionale e un desiderio per moltissimi americani. Nel corso degli ultimi anni, duranti i miei viaggi a New York, ho scoperto in ogni angolo della Grande Mela un qualche elemento di italianità correlato ad una propensione di fascino e amore verso il nostro Belpaese. In quell’italianità si mostrava spesso una napoletanità talvolta prevalente.

Passeggiando per le strade di Manhattan, perso tra i grattacieli mentre ero al telefono, c’era qualcuno che ascoltandomi… camminando esclamava “Forza Napoli”, sia tra gli italiani sia tra gli italoamericani. E già così in qualche modo mi sono sentito come in un attimo nella mia amata Napoli. Quando arrivi nel cuore di Little Italy ti accoglie la scritta all’angolo di Mulberry Street “Caffè Napoli”, il celebre locale della signora Anna Silvestri, meglio conosciuta come “Signora Anna”, che rappresenta da diverse generazioni un punto di riferimento per i napoletani di New York, anzi direi per gli italiani d’America.

Proseguendo per Mulberry Street, capita di vedere edicole votive di San Gennaro, dovute alla celebre festa che si tiene per circa dieci giorni, ogni anno, a Little Italy, in onore del Santo patrono di Napoli che si festeggia il 19 settembre. A New York, questo immancabile evento è iniziato nel 1926 e si vive tutt’oggi con grande passione e amore per Napoli, soprattutto dalla comunità italoamericana.

Ma non lontano da Little Italy c’è un altro tempio della napoletanità: il locale di Ciro Iovine “Song e Napule” che con la sua straordinaria accoglienza e verace napoletanità ti fa vivere una dose concentrata di Napoli a New York. La piazzetta Maradona e il banchetto all’esterno del locale dove offre a fine pasto la cosiddetta limonata “a cosce aperte”, rappresenta uno spaccato unico della vita partenopea, uno spettacolo folkloristico come se per un attimo da New York ti trovassi nei vicoli dei quartieri spagnoli di Napoli. E New York è capace di far vivere Napoli anche a chi non ci è mai stato.

Un giorno, mentre mi imbattevo per le strade di Williamsburg, a Brooklyn, noto nella vetrina di un bar una fotografia dei “Gigli di Nola”, celebre festa popolare cattolica che si festeggia ogni anno a Nola, in provincia di Napoli, in occasione di San Paolino. Avendo studiato, durante gli anni di frequentazione della facoltà di Sociologia dell’Università Federico II di Napoli, Storia delle tradizioni popolari e Antropologia culturale, avevo approfondito molto la cultura delle feste popolari, tra cui quella dei “Gigli”, e quella foto, quindi, catturò subito la mia attenzione al punto da chiedere in giro informazioni con la curiosità del giornalista. Anche in quell’occasione rimasi stupito dall’attaccamento alle radici della comunità italoamericana newyorkese, scoprendo che ogni anno i discendenti degli emigranti nolani a New York amano celebrare la “festa dei Gigli”, che rappresenta il massimo momento di celebrazione delle proprie origini rivendicate con estrema passione e orgoglio, talvolta anche da coloro che sono nativi americani e non sono mai stati in Italia. Quello che conoscono del nostro Paese è soltanto attraverso i racconti dei loro nonni che descrivono l’immagine più profonda del nostro amato Paese. Gli emigrati nolani si stanziarono tra Williamsburg, Astoria, Queens e Brooklyn. Oggi, il fulcro più nutrito è rimasto a Williamsburg, un quartiere di grande tendenza e le cui strade hanno per la maggior parte hanno una toponomastica italiana. Insomma, le radici sono così importanti e indelebili che gli italoamericani, figli degli emigrati a New York, trovano sempre il modo per celebrarle e rivendicarle con profondo orgoglio. Ed è uno spettacolo bellissimo per un italiano che si trova per un qualsiasi motivo nella Grande Mela nel vedere questo spaccato di vita sociale, che, inevitabilmente, dovrebbe farci riflettere sui nostri sogni e le nostre ambizioni prima di intraprendere delle scelte. Viaggiare e scoprire il mondo è importante anche per questo. Avere maggiore consapevolezza e portare nel proprio Paese anche queste storie, restituiscono un’immagine dell’Italia che deve renderci ancora più orgogliosi di quello che siamo e dove viviamo. Del resto, chiunque espatria porta un pezzo della propria cultura e del proprio luogo di provenienza. E adesso, la rinascita dell’Italia riparte proprio dal Sud di cui Napoli è capitale. 

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Mattia Iovane

Giornalista e conduttore televisivo. Ha lavorato diversi anni per le testate giornalistiche del gruppo Mediaset e attualmente collabora con la Rai - Radiotelevisione Italiana.

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