La resilienza di Elly Schlein

A spoglio ultimato il risultato delle elezioni europee che, more solito, in Italia si sono trasformate in un mega sondaggio politico per contarsi in chiave nazionale, visto che i temi europei erano tra le varie ed eventuali di ogni discorso dei “leaders” sui palchi o in televisione, hanno dato finalmente il responso: ha vinto Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia è stato il più votato. Ad essere onesti, però, ha stravinto la Meloni da sola, infatti la campagna elettorale l’ha fatta solo lei col suo piglio comunicativo, trasformando le elezioni in un referendum sul suo nome raccogliendo oltre due milioni di preferenze, confinando gli altri concorrenti a mere comparse.

Ma il dato più eclatante, a mio giudizio, è la scarsissima affluenza alle urne. Per la prima volta nella storia più della metà degli italiani aventi diritto non si sono recati alle urne. Segno evidente che la politica non ha più “appeal”.

La gente che è alle prese con problemi concreti: salari più bassi d’Europa, disoccupazione mascherata da contratti a termine, inflazione e tasse che continuano ad essere pagate solo da chi ha la ritenuta alla fonte, non ne può più di talk-show televisivi e comunicazione social, dove si parla a vanvera e quello che hai detto il giorno prima non vale più. Anche a leggere i commenti  post voto, sembrano tutti contenti. Nessuno ha perso nella speranza che tra qualche giorno non se ne parli più e il teatrino continui come prima.

Eppure qualcosa è successo. Il PD di Elly Schlein che tutti davano per spacciato è andato oltre ogni rosea aspettativa. Il 24% degli elettori hanno premiato la “tigna” della Segretaria che ha battuto la Penisola palmo a palmo, ha ridotto il distacco da Fratelli d’Italia a soli 4 punti di percentuale, affermandosi soprattutto al Centro e al Sud (una volta terreno di caccia dei 5 stelle ridotti quasi alla pura testimonianza rispetto ai tempi d’oro di Grillo, dell’abolizione della povertà, del reddito di cittadinanza e dei bonus edilizi), primeggiando in Liguria, Emilia Romagna e Toscana e nei tanti comuni dove si è votato in contemporanea con le europee. Di fronte al rullo compressore della Meloni, Elly Schlein ha capito che doveva mettere la sordina a quei temi a lei cari come i diritti civili, le pari opportunità, le battaglie LGBT che agli italiani, alle prese con i problemi di cui sopra, non apparivano prioritari. Come diceva un mio amico: “Beethoven con la pancia vuota si ascolta molto male”.

Ecco dunque la scelta di Elly di battere il chiodo sui tagli alla sanità, gli ospedali inefficienti, la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’aumento dei salari, una specie di ritorno alle origini su quelle battaglie che hanno caratterizzato la sinistra riformista italiana. La sua prima dichiarazione a risultato ottenuto è stata: “Da domani continueremo le nostre battaglie sentendo ancora più forte la responsabilità che gli elettori ci hanno affidato, quella di costruire l’alternativa a questo Governo. Il voto delle forze di opposizione supera quello della maggioranza al governo, continueremo a essere testardamente unitari“.

E se uno pensa che sono stati quasi tre milioni gli italiani che hanno votato Renzi, Calenda, Santoro ed altri, più o meno egocentrici patologici, forse Elly Schlein tutti i torti non li ha. Il suo reale obiettivo, che non perde mai di vista, sono le politiche del 2027 e da quello che si è visto in questa tornata elettorale, per sconfiggere Giorgia Meloni non basta un “one shot”, c’è bisogno di un bagno di umiltà, tornare nei territori, confrontarsi con i cittadini e non nei varietà televisivi. Ci vorrà tempo e costanza sapendo che dall’altra parte c’è una che non si arrende, ma che rilancia a dispetto di tutto e di tutti.

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Bruno Chiavazzo

Nato a Napoli, risiede a Roma da oltre 35 anni. Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione, ha avviato la sua carriera nella CGIL e successivamente nella FIOM-CGIL NAZIONALE. Giornalista professionista, ha lavorato per importanti quotidiani e riviste, ricoprendo ruoli di rilievo in Farmindustria e Sigma-Tau. Insignito di prestigiose onorificenze, ha pubblicato diversi libri e ha vinto il Premio Nazionale di Giornalismo nel 2007.

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