U.S. Steel e Nippon Steel hanno citato in giudizio l’amministrazione americana

Lo hanno fatto per ribaltare la decisione del Presidente Biden di bloccare la cessione dell'azienda siderurgica americana al colosso giapponese

La fusione tra U.S. Steel e la giapponese Nippon Steel, un affare da 14 miliardi di dollari, è finita in tribunale dopo il blocco imposto dal Presidente Joe Biden. Le due società hanno citato in giudizio l’amministrazione statunitense, accusandola di aver sabotato il processo di revisione per fini politici e di aver danneggiato l’industria siderurgica americana.

Biden ha motivato la decisione di fermare l’accordo affermando che è sua responsabilità garantire che l’industria siderurgica americana rimanga forte e sotto controllo nazionale. Tuttavia, le aziende denunciano che il processo di revisione, condotto dal Comitato sugli Investimenti Esteri negli Stati Uniti (CFIUS), sarebbe stato “corrotto” e mirato a raggiungere un risultato predefinito. Secondo loro, il Presidente avrebbe agito per mantenere consensi elettorali, ignorando le proposte delle società per mitigare eventuali rischi di sicurezza.

Oltre alla causa contro l’amministrazione, U.S. Steel e Nippon Steel hanno avviato un’azione legale contro Cleveland-Cliffs, concorrente americano, e il sindacato United Steelworkers, accusandoli di collusione per sabotare l’accordo. Lourenco Goncalves, amministratore delegato di Cleveland-Cliffs, ha definito la causa “totalmente infondata”, mentre il sindacalista David McCall si è detto pronto a difendersi con fermezza.

L’intervento diretto del Presidente nella fusione ha sollevato dubbi sull’uso dei poteri presidenziali in materia di sicurezza nazionale, soprattutto considerando che il Giappone è un alleato strategico degli Stati Uniti. Finora, i blocchi di transazioni da parte dei Presidenti hanno riguardato principalmente aziende legate a Paesi rivali come la Cina. Gli avvocati delle società sperano di ottenere una revisione del processo, richiamandosi a un caso del 2012, in cui una società cinese riuscì a contestare la decisione del governo.

David Burritt, amministratore delegato di U.S. Steel, ha criticato duramente Biden, suggerendo che il blocco della fusione fosse un modo per ripagare un debito politico verso i leader sindacali. “Il governo ci ha deluso,” ha dichiarato Burritt, sottolineando che la revisione del CFIUS sarebbe stata influenzata da interessi politici. La Casa Bianca, però, ha difeso la decisione, affermando che l’accordo rappresentava un rischio per l’infrastruttura industriale americana.

Adesso, molti pensano che il caso U.S. Steel-Nippon Steel potrebbe avere implicazioni di lungo termine sugli investimenti esteri negli Stati Uniti. Economisti e legali avvertono che la decisione di Biden potrebbe scoraggiare potenziali investitori, danneggiando le relazioni economiche con un partner storico come il Giappone.

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