A meno di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, le lamentele per i ritardi cronici ed i tragitti eccessivamente lunghi degli scuolabus hanno già iniziato ad anellarsi. A volte i ritardi sfiorano anche le due ore, impattando negativamente sulle prestazioni scolastiche degli studenti e privandoli di tempo prezioso in classe. È un problema che riguarda decine di migliaia di bambini di New York, anche quelli con disabilità, che richiederebbero piani educativi speciali e invece si trovano ad affrontare le conseguenze di un sistema di trasporto scolastico al collasso. Solo nell’anno scolastico 2023-2024 sono stati riportati oltre 80.000 ritardi.
Il problema deriverebbe da una carenza di circa 300 autisti, su un totale di 17.500. Ma la crisi parte da un po’ più lontano, precisamente da un contratto vecchio 45 anni tra il Dipartimento dell’Istruzione e le compagnie di autobus scolastici: un nuovo accordo potrebbe rendere il contratto più competitivo, migliorandone la qualità e portando a più assunzioni. Ma secondo l’interpretazione di una sentenza del 2011, la modifica del contratto comporterebbe anche l’eliminazione delle tutele sindacali per i dipendenti.
A questo punto, l’unica soluzione è che i legislatori modifichino la legge statale per garantire le suddette tutele anche in caso di modifica del contratto, ma non è così semplice: si tratta di un settore in difficoltà in tutto il Paese, con da un lato i dipendenti che non vogliono rinunciare alle proprie tutele e, dall’altro, i legislatori che hanno bisogno di tempo per capire come apportare le modifiche necessarie.
Ma questo non significa che non ci siano stati tentativi di risolvere la situazione negli anni. Nel 2013, il sindaco Michael Bloomberg sostenne che fosse possibile mettere a bando i contratti senza le tutele sindacali, attirandosi le ire degli autisti degli scuolabus, che entrarono subito in sciopero per un mese, portando al crollo della frequenza dei programmi di educazione speciale. Da quel momento, la città ha sempre esteso il contratto, preservando le tutele.
Un ultimo tentativo venne portato avanti nel 2019, quando entrambe le camere della legislatura statale approvarono un disegno di legge che avrebbe introdotto le tutele legali anche in un’eventuale rinnovo contrattuale, ma il provvedimento venne successivamente bocciato dall’allora governatore Andrew Como, preoccupato per le possibili conseguenze fiscali. Queste preoccupazioni sono state poi condivise anche dall’attuale governatrice, Kathy Hochul, ragion per cui la legge non è stata più riproposta e discussa.