“Maybe—map(ping) dissonance”, Letizia Scarpello ci racconta la mostra alla NARS Foundation

L'artista italiana, a New York dall'inizio di ottobre, esporrà le proprie opere alla NARS Foundation di Brooklyn

La mostra “Maybe—map(ping) dissonance”, che si terrà dal 22 novembre all’11 dicembre 2024 presso la NARS Foundation di Brooklyn, esplora le dissonanze del nostro tempo attraverso le opere di artisti in residenza provenienti da tutto il mondo. Tra questi, Letizia Scarpello, artista italiana che partecipa alla residenza con un’intensa ricerca che riflette sulla velocità dei cambiamenti sociali e politici globali.

Scarpello, che ha partecipato alla residenza dal 1° ottobre, ha condiviso con noi alcune riflessioni sulla sua esperienza e sui lavori che presenterà nella mostra finale. “Tre mesi qui sono un percorso intensissimo”, ha detto, citando l’opportunità unica di confrontarsi con una realtà artistica vivace e in continua evoluzione. “Conoscere la città, interagire con gallerie, musei e università di New York è stata un’esperienza fondamentale per il mio percorso”, ha aggiunto. In questo contesto, Scarpello ha trovato nuove fonti di ispirazione, tra cui la velocità della realtà cittadina, che emerge come un tema centrale nei suoi lavori.

I due interventi che presenterà nella mostra sono il risultato di questa riflessione, sia personale che collettiva, sul tempo contemporaneo. Il primo consiste in una serie di opere che, tra installazione e scultura, trattano temi politici e sociali. “Parleranno delle votazioni, delle elezioni di Trump, dell’alluvione a Valencia, ma anche di eventi più leggeri come un programma TV di successo”, spiega l’artista. La scelta di utilizzare immagini prese da riviste e materiali cartacei, che vengono trasformati su acciaio attraverso acidi e lavorazioni speciali, rivela l’intento di Scarpello di “trattare la realtà che ci circonda, spesso troppo veloce e difficilmente comprensibile”.

E poi c’è la sua seconda opera, intitolata Well Well Well, con un taglio decisamente sarcastico. “Immagina il cordone di lenzuola usato dai ladri nei film per fuggire o entrare in una prigione”, racconta Letizia, spiegando che questa installazione, che si svilupperà per circa 15 metri, sarà un’ulteriore riflessione sulla politica attuale e sul mondo che cambia rapidamente. “L’opera rappresenta un legame tra politica e simbolismo, un invito a riflettere sul nostro ruolo e sulla nostra impotenza nel contesto sociale odierno”.

L’esperienza nella residenza NARS non è stata solo un’opportunità professionale, ma anche un’esperienza umana significativa. Il Sunset Park, il quartiere dove è situatala NARS Foundation, rappresenta un punto di incontro tra la cultura latinoamericana e il fermento artistico globale, facendo da sfondo alla sua riflessione sull’educazione e sul supporto sociale necessario in una città come New York. “Questo è un periodo storico particolare, ci sono state le elezioni ed il Paese è effervescente. Sicuramente anche il mio lavoro ne risentirà”.

Picture of Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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