Da gennaio il MoMA PS1 sarà gratuito per tutti

La decisione, resa possibile da una grande donazione privata, trasforma il museo di Long Island City nel più grande spazio espositivo a ingresso libero di New York e cambia le regole dell’accesso all’arte contemporanea in città

Dal 1° gennaio 2026 il MoMA PS1 diventerà il più grande museo a ingresso gratuito di New York, aprendo le proprie porte senza biglietto a tutti i visitatori, residenti e turisti. Il museo ha infatti deciso un cambiamento epocale, ridefinendo le modalità di accesso all’arte contemporanea in uno dei principali spazi espositivi degli Stati Uniti dedicati agli artisti viventi. La gratuità sarà garantita per almeno tre anni e coincide con il cinquantesimo anniversario dell’istituzione, con sede a Long Island City, nel Queens.

L’operazione è resa possibile da una donazione cospicua da parte di Sonya Yu, imprenditrice creativa e filantropa. In passato il museo era già stato reso gratuito per i residenti di New York, ma ora lo sarà per chiunque, senza distinzioni. Secondo la direzione del museo, la misura consentirà di aumentare in modo significativo la partecipazione, riducendo una delle principali barriere all’accesso culturale in una città dove il costo medio di un biglietto museale può superare i 25 dollari, come accade al MoMA sulla 53ª strada o al Whitney Museum nel Meatpacking District.

Nel presentare l’iniziativa, la direttrice Agnes Gund, Connie Butler, ha ricordato come il PS1 sia nato con una missione fortemente orientata alla sperimentazione e all’apertura verso il pubblico: in cinquant’anni di attività il museo ha ospitato mostre di artisti divenute poi centrali nell’arte contemporanea, da James Turrell a Pipilotti Rist, fino a figure emergenti spesso alla prima grande esposizione istituzionale.

La donatrice, Sonya Yu, ha legato esplicitamente il proprio sostegno a un’idea di accesso culturale come investimento sociale. Immigrata cinese, madre e sostenitrice di spazi artistici comunitari, Yu ha sottolineato l’importanza di rendere i musei luoghi riconoscibili anche per chi non si è mai sentito rappresentato nelle istituzioni culturali tradizionali. In questo senso, la misura si inserisce in una tendenza più ampia che negli ultimi anni ha visto diversi musei statunitensi interrogarsi su inclusività, rappresentazione e pubblico, anche attraverso programmi educativi e politiche tariffarie più flessibili.

Il nuovo corso partirà in parallelo con un programma espositivo di particolare rilievo. Nell’aprile 2026 tornerà “Greater New York”, la storica rassegna periodica che presenta una mappatura dell’arte contemporanea prodotta dagli artisti che vivono e lavorano in città, spesso utilizzata come termometro delle tendenze emergenti. Accanto alle mostre, il museo ha annunciato un rafforzamento delle collaborazioni con il territorio, attività dedicate alle comunità locali e un ampliamento dei servizi di mediazione culturale, con contenuti disponibili in inglese, spagnolo e cinese.

Anche le istituzioni locali hanno accolto positivamente l’annuncio. Il presidente del Queens, Donovan Richards Jr., ha collegato la scelta del PS1 al ruolo storico del borough come uno dei principali poli multiculturali della città, ricordando come il Queens ospiti alcune delle comunità linguistiche e culturali più diverse degli Stati Uniti. In questo quadro, il fatto che il più grande museo gratuito di New York si trovi proprio qui viene letto come un segnale coerente con l’identità del quartiere.

Il MoMA PS1 continuerà a operare con i consueti orari di apertura, introducendo un sistema di prenotazione online per i biglietti gratuiti a orario prestabilito, una modalità già adottata da molte istituzioni dopo la pandemia. La sede resta quella storica di 22-25 Jackson Avenue, a pochi minuti a piedi dalla stazione Court Square, servita dalle linee E, G, M e 7.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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