Body Theater – Tragicommedia, la mostra di Matteo Galvano al Loy Luo Space di New York

L’artista italiano esporrà nella galleria una serie di opere che unisce il corpo umano e l’architettura

Un intreccio di emozioni e realtà architettoniche, un’esperienza artistica straordinaria per ogni amante dell’arte: è questa la mostra di Matteo Galvano, inaugurata con un vernissage il 10 gennaio alle 17:00 presso il Loy Luo Space a New York. L’esposizione, intitolata Body Theater – Tragicommedia, è aperta al pubblico fino al 23 gennaio, dalle 11:00 alle 18:00.

Ma c’è anche una parte sociale: grazie alla collaborazione con la catena Unregular Pizza ed al sostegno della Comunità di Sant’Egidio, Matteo Galvano ha “barattato” alcune sue opere d’arte con delle pizze che ha poi consegnato ai più bisognosi nei pressi di Grand Central Station e nelle zone limitrofe. È stato, questo, anche un modo per ricambiare la comunità newyorkese dell’opportunità e dell’affetto.

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In Body Theater – Tragicommedia, Galvano esplora le complesse interazioni tra il corpo umano e l’architettura che ci circonda quotidianamente. Durante la mostra, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi in una narrazione inedita, presentata attraverso le opere dell’artista, che reinterpretano luoghi iconici come il Guggenheim e il celebre Uovo, offrendo nuovi spunti e significati.

In occasione della mostra, Galvano ha organizzato una serie di iniziative promozionali a New York: la prima ha coinvolto la Green Lady, celebre figura di Brooklyn nota per il suo stile e la dedizione alla sostenibilità; a lei è stata donata un’opera per celebrarne il ruolo iconico nella comunità. Successivamente, l’artista ha lanciato una challange a Bryan Park, posizionando una sedia personalizzata con una targhetta incisa con il suo nome. Qui ha invitato i passanti a sedersi, scattare un selfie e taggarlo su Instagram: chiunque partecipasse veniva ricompensato con una delle sue opere.

Tornando proprio alle opere, Matteo Galvano qui non si limita a rappresentare: con la sua arte invita lo spettatore a considerare la vulnerabilità dell’essere umano e la sua resilienza a questa condizione. La recente esperienza pandemica ha giocato un ruolo fondamentale nell’esplorazione filosofica del tema, ricostruendo la sua identità e visione artistica attraverso le riflessioni sulle gioie e i dolori della vita. In questo senso, il vernissage ha rappresentato anche un momento di condivisione e catarsi col pubblico, dove il confronto diventa un modo per rielaborare le esperienze collettive che ci legano.

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Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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