New York è una città grande; è una città frenetica; è una città dove si corre continuamente e si lavora ad ogni ora del giorno; come qualcuno ha detto, è davvero “la città che non dorme mai!”. È assolutamente vero che ci sono tante opportunità e si possono fare tante cose, ma è una città dove ci si può anche perdere e rimanere soli. Proprio per questi motivi, a maggior ragione, è una città in cui c’è assolutamente bisogno di relazioni ed è ancora più importante avere dei punti di riferimento.
Uno di questi punti di riferimento può essere appunto la Chiesa. Storicamente la Chiesa è sempre stato un punto di riferimento ad ogni livello e da tanti punti di vista. E la Chiesa è un punto di riferimento importante non solo per i cattolici che vogliono e desiderano vivere la loro fede attraverso i sacramenti. Ma lo è anche da un punto di vista sociale e relazionale. Infatti, la Chiesa ha un suo rilievo sociale fondamentale e deve essere una realtà che accoglie e che allo stesso tempo vada incontro alle persone: cioè deve essere una Chiesa in uscita (usando un’espressione di Papa Francesco).
Il desiderio che sto cercando di portare avanti è quello che la nostra comunità cattolica italiana newyorkese diventi sempre di più un punto di riferimento per tutte quelle persone che hanno bisogno di un aiuto o di un consiglio, trovando appunto nel sacerdote di riferimento e nella sua comunità un punto di appoggio e di contatto a cui rivolgersi. Da quando sono arrivato a New York (un anno e mezzo fa), ho notato e capito ogni giorno sempre di più quanto sia fondamentale avere una comunità italiana di riferimento, soprattutto in un posto lontano dalla propria patria, dalle proprie tradizioni e dai propri affetti.
Il progetto che sto coltivando e cercando di costruire è che la Chiesa e gli eventi organizzati nella nostra comunità cattolica di riferimento di New York, possano contribuire sempre di più a tessere relazioni e creare una grande famiglia! In questo tempo vissuto qui, incontrando tanti italiani in giro per Manhattan e per tutta New York, ho visto quanto è bello essere Chiesa, cioè essere comunità. A New York ci sono tantissimi italiani ed ognuno, nel suo piccolo, può contribuire a questo progetto perché la comunità possa crescere insieme. Chiunque è il benvenuto! Infatti, mi piace pensare che la nostra Chiesa possa diventare la casa di tutti, diventare quella casa dove gli italiani possono incontrarsi e ritrovarsi, dove possono semplicemente stare insieme in amicizia così che possano in qualche modo creare il senso di comunità.
Mi auguro davvero che la nostra comunità ecclesiale newyorkese possa continuare a crescere e possa essere sempre di più un punto di riferimento. Mi piace pensare che si può andare in Chiesa per la Messa domenicale, ma allo stesso tempo anche ritrovarsi negli ambienti della chiesa per vedere una partita insieme, per fare catechismo, per assistere ad una conferenza o ad un evento culturale, per mangiare insieme: semplicemente per vivere un momento di convivialità.
Sto pensando e cercando di organizzare per il futuro tanti progetti e tante iniziative interessanti e belle per la nostra comunità newyorkese. Ed ho bisogno dell’aiuto di tutti voi, amici italiani! Ciascuno di noi può dare un contributo significativo con le proprie idee, le proprie proposte ed il proprio aiuto! E mi piace pensare che tutto ciò che organizziamo come comunità italiana, possa essere poi aperto ed accessibile a tutte le altre comunità etniche presenti a New York, stringendo così legami e allargando così relazioni che ci facciano sentire una comunità italiana ben inserita all’interno della grande metropoli di New York.
Ringrazio questo giornale, “Il newyorkese”, che è uno strumento valido ed utilissimo per essere in continua relazione e per venire a conoscenza delle cose che accadono e delle iniziative che faremo e che condivideremo attraverso questo giornale. Che Dio benedica ciascuno di noi e la nostra comunità!