Il primo trofeo dei New York Knicks dal 1973

La NBA Cup è un torneo recente e poco prestigioso, ma la vittoria contro gli Spurs racconta il ritorno dei Knicks come squadra competitiva dopo decenni di risultati deludenti

Photo credits: AP Photo/Ian Maule

Nella giornata di ieri, i New York Knicks hanno vinto la NBA Cup, il torneo introdotto dalla lega nel 2023 e disputato all’interno della regular season. La vittoria è arrivata al termine di una finale giocata in rimonta contro i San Antonio Spurs, squadra considerata tra le più competitive della stagione. Pur trattandosi di un trofeo con un peso ancora limitato nel palmarès NBA, il successo ha avuto una risonanza particolare perché i Knicks non vincevano alcun titolo legato alla lega dal 1973, anno in cui vinsero il loro secondo e ultimo campionato NBA.

La NBA Cup è una competizione relativamente recente, pensata per aumentare l’interesse nella prima parte della stagione. Si svolge tra novembre e dicembre, con una fase iniziale a gironi seguita da quarti di finale, semifinali e finale a eliminazione diretta. Le partite valgono a tutti gli effetti anche per la classifica della regular season, il che la rende comunque importante rispetto ad altri trofei di metà stagione dove spesso le squadre preferiscono fare turnover e vedere un po’ come va. Nelle sue prime edizioni aveva attirato un’attenzione limitata, ma questa finale è stata la prima a essere percepita come realmente significativa, soprattutto per il valore simbolico delle squadre coinvolte.

Da un lato c’erano i Knicks, una delle franchigie più storiche dell’NBA, con sede a New York e un seguito mediatico enorme, ma da decenni lontana dai vertici. Dall’altro gli Spurs, reduci da una semifinale vinta contro gli Oklahoma City Thunder, campioni NBA in carica, che fino a quel momento avevano perso una sola partita su 25 stagionali. San Antonio schiera inoltre Victor Wembanyama, centro francese di 2,24 metri, considerato uno dei talenti più promettenti della lega, rientrato di recente dopo un nuovo infortunio e già centrale nel progetto tecnico della squadra.

La partita è stata equilibrata e ha visto i Knicks recuperare uno svantaggio iniziale, imponendosi nel finale grazie a una maggiore continuità difensiva e a una gestione più efficace dei possessi decisivi. Il risultato non cambia gli equilibri storici della NBA, ma ha confermato come New York sia tornata stabilmente competitiva dopo anni di ricostruzioni incomplete e stagioni deludenti, spesso segnate da scelte dirigenziali poco efficaci, e quest’anno sembrano particolarmente favoriti.

Il successo fa parte di un percorso iniziato nelle ultime stagioni. Nel 2024 i Knicks avevano raggiunto le semifinali di conference per la prima volta dopo 25 anni, fermandosi a un passo dalle finali NBA. L’attuale roster ha mantenuto i suoi punti di forza, come Jalen Brunson, playmaker diventato il riferimento offensivo della squadra, e Karl-Anthony Towns, arrivato per rafforzare il reparto lunghi. A questo si è aggiunto il nuovo allenatore Mike Brown, scelto per un approccio più aderente al basket contemporaneo, fatto di ritmo alto, spaziature e rotazioni ampie. E la vittoria di ieri non sembra poi così un caso.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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