Grand Theft Auto è il medium più atteso di sempre

Il medium più atteso di sempre è un videogioco

A dicembre dell'anno scorso è stato rilasciato il trailer del nuovo capitolo della saga di videogiochi più discussa e giocata di sempre, Grand Theft Auto (GTA).

Il prodotto di intrattenimento più atteso di questo decennio – e forse dell’inizio di questo secolo – non è un film; non è neanche una serie TV o un libro. Numeri alla mano, quello di cui stiamo parlando è un videogioco.

A dicembre dell’anno scorso è stato rilasciato il trailer del nuovo capitolo della saga di videogiochi più discussa e giocata di sempre, Grand Theft Auto (GTA).

Il videogioco si chiamerà GTA VI e segue l’uscita di GTA V, pubblicato ormai più dieci anni fa, nel 2013, e considerato uno dei videogiochi più di successo della storia videoludica in termini di vendite e di giocatori attivi nel comparto multiplayer: ancora oggi raggiunge picchi di due milioni di giocatori al giorno.

Grand Theft Auto è prodotto da Rockstar Games, azienda di sviluppo statunitense con sede a New York fondata nel 1998 e creata a sua volta da Take Two Interactive, che si occupa del publishing dei prodotti di Rockstar.

GTA VI è l’ottavo capitolo della saga, e non il sesto, come lascerebbe intendere il nome: questo perché la saga comprende anche spin-off o capitoli che non seguono pedissequamente l’ordine cronologico della serie (ad esempio, tra GTA III e GTA IV vennero pubblicati GTA Vice City e GTA San Andreas, non considerabili come spin-off e sicuramente tra i capitoli più celebri dell’intera saga).

Il trailer del nuovo capitolo – che doveva uscire per le ore 15 italiane del 5 dicembre ma che subì un leak su Twitter nella notte, costringendo Rockstar Games ad anticiparne la pubblicazione – è stato il trailer con più visualizzazioni raggiunte su Youtube, rompendo record di ora in ora e raggiungendo quota 200 milioni di visualizzazioni.

Un frame del trailer di GTA VI con quelli che dovrebbero essere i due protagonisti del nuovo capitolo, che dovrebbe ricalcare la trama di Bonnie e Clyde

Il concept della saga di Grand Theft Auto ruota attorno alla vita criminale del protagonista (o dei protagonisti, in GTA V sono tre ed intercambiabili tra loro quasi sempre lungo la storia), sempre diversi.

Sebbene spesso criticato per la violenza e l’istigazione alla criminalità, Grand Theft Auto ha riscosso particolare successo anche per la critica spietata e parodistica che muove contro la società americana. Dalle rappresentazioni comiche di alcuni politici e personaggi televisivi all’esasperata violenza in stile pulp à la Quentin Tarantino, GTA è un po’ l’emblema della contemporaneità americana portata all’estremo.

Allo stesso tempo, Grand Theft Auto cerca di creare un universo a sé che si ispira molto all’America senza, però, riferirsi mai alla stessa in quanto ai nomi reali. GTA V, ad esempio, è ambientato a Los Angeles, che nel videogioco prende il nome Los Santos. Questo è stato anche un modo per evitare controversie circa le rappresentazioni della città connesse alle azioni che può intraprendere il giocatore.

L’attesa nei confronti di GTA VI si spiega facilmente prendendo in considerazione i capitoli e anche le vecchie IP di Rockstar Games (Con il termine IP, in ambito videoludico, si indica una serie di videogiochi di un determinato sviluppatore: GTA è, quindi, un IP di Rockstar Games, Cyberpunk 2077 un IP di Project Red, e così via). Ogni volta che Rockstar ha pubblicato una nuova IP o un capitolo di una saga già rodata, negli ultimi venti anni, ha spesso scosso il mercato e segnato un punto di non ritorno, alzando lo standard per l’intero settore.

Questo successe con la pubblicazione di GTA III, che seguiva GTA II, con Rockstar che introdusse un motore grafico completamente 3D – i due capitoli precedenti, invece, si basavano su una visuale dall’alto, in 2D, mantenendo comunque il concept della serie). La stessa cosa successe con GTA IV, che introdusse una fisica molto complessa per lo standard dell’epoca, con auto che si accartocciavano in maniera molto realistica dopo un incidente e un mondo di gioco particolarmente vivo e “reale”. Ma anche con Red Dead Redemption 2, secondo capitolo della saga ambientata nel far west e pubblicato nel 2018. Rockstar ha segnato un punto di non ritorno nel settore.

Una schermata di GTA II (1999) con vista dall’alto

GTA III (2001) ha introdotto per la prima volta nella storia della saga un motore 3D. In questa schermata, il protagonista Claude con alle spalle la metropolitana rialzata di Liberty City, controparte fittizia di New York

GTA IV (2008) è uscito per Playstation 3 ed ha introdotto una fisica avanzata per le collisioni dei veicoli e dei personaggi, aspetti fondamentali nel videogioco

Uno scoiattolo in Red Dead Redemption 2 (2018), ultimo videogioco rilasciato da Rockstar, ripreso dalla modalità “fotografia” del videogioco. Da notare il dettaglio dell’occhio che riflette l’ambiente circostante

La particolarità dei videogiochi di Rockstar sta sicuramente nella complessità della scrittura delle trame e nella cinematografia delle proprie saghe. Questo è dovuto anche agli enormi budget che vengono investiti per lo sviluppo delle proprie IP, nonché al tempo che Rockstar si prende tra un capitolo e l’altro della seria, molto più lunghi rispetto agli standard delle altre case produttrici: FIFA, la famosa saga di calcio, da sempre la più venduta in Italia, ad esempio, esce ogni anno, così come Call of Duty. Tra Red Dead Redemption 1 e 2, invece, sono passati 8 anni, mentre GTA V aspetta il proprio seguito da più di undici.

Ma parliamo, appunto, anche di budget faraonici: GTA V è costato, in tutto, 256 milioni di dollari – poco più della metà di quanto costò, per fare un paragone, Avatar – La via dell’acqua, prodotto con circa 400 milioni di dollari e decretato come film più costoso di sempre. Il confronto sugli incassi, però, è ben diverso: Avatar incassò, in tutto, 2,3 miliardi di dollari. GTA V macinò, invece, più di 7 miliardi di dollari di incassi, che continuano a salire anche grazie agli acquisti in-game, le cosiddette microtransazioni.

Non sorprende, allora, sapere che il budget stanziato per GTA VI si aggirerebbe attorno al miliardo di dollari (indiscrezioni parlano anche di due miliardi), il che lo renderebbe il prodotto di intrattenimento più costoso di sempre una volta uscito.

Ovviamente, il mix di aspettative generato attorno a GTA 6 ha incendiato gli appassionati e i curiosi – parliamo di un settore, quello videoludico, che ha raggiunto ormai un’utenza di oltre 3 miliardi e mezzo di persone, se si conta anche chi gioca con lo smartphone. E questo ha spinto qualcuno a correre ai ripari.

Secondo l’ex tech director di Rockstar, Obbe Vermeij, che ha lavorato presso l’azienda statunitense dal 1995 al 2009 ricoprendo ruoli importanti nella realizzazione dei capitoli di GTA 3, GTA 4, GTA Vice City e GTA San Andreas, ritiene il nuovo capitolo non sarà poi così diverso dal precedente.

“Sembra che abbiano semplicemente portato GTA 5 ancora oltre.”, ha detto in una dichiarazione l’ex dipendente di Rockstar. “La scena che mi colpisce di più è quella sulla spiaggia, dove ogni personaggio sembra fare qualcosa di diverso, con animazioni uniche. Penso che sia davvero impressionante”. Ma, aggiunge: “Non credo che sarà drasticamente diverso da GTA 5. Forse alcune persone potrebbero rimanere un po’ deluse al day one”.

E se le parole di Obbe Vermeij suonano amare, non farà piacere ai fan sapere anche che, dopo l’annuncio del sindacato degli attori americano SAG-AFTRA di iniziare uno sciopero che coinvolge i doppiatori dei videogiochi, il progetto principale di Rockstar potrebbe subire alcuni ritardi nella pubblicazione.

L’uscita di Grand Theft Auto VI è fissata al 2025, anche se le case videoludiche hanno abituato i propri utenti a costanti ritardi e posticipazioni, temendo la possibilità di far uscire prodotti non all’altezza delle aspettative o poco rifiniti. È successo con Starfield, un gioco di Bethesda, casa produttrice, tra gli altri, delle celebri saghe di Fallout (sì, quella della serie TV) e The Elder Scroll: 25 anni di sviluppo per un gioco che non ha superato l’8 nelle recensioni medie, attirando le ire dei fan.

Ma è successo anche a Cyberpunk 2077, che vedeva addirittura la presenza nel cast di Keanu Reeves: il gioco uscì con evidenti problemi tecnici irrisolti in fase di sviluppo e molte feature che non rispettavano le attese promesse dovute ai trailer precedentemente rilasciati. Ci è voluto più di un anno per riportare il videogioco sui binari giusti, con un crollo del valore delle azioni di CD Project RED misurabile nel miliardo di dollari.

Il personaggio interpretato da Keanu Reeves in Cyberpunk 2077
Picture of Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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