NEW YORK, NY – È noto a tutti che il cervello, parte del sistema nervoso centrale e periferico, è un organo straordinario in grado di creare, modulare, immagazzinare e rielaborare numerose informazioni, siano esse legate alla sfera del pensiero razionale, del pensiero astratto che dell’emotività. Tuttavia, il cervello è in grado di fare molto più di questo. Esso è anche in grado di intervenire in processi fisiologici e fisiopatologici che governano l’omeostasi dell’intero organismo. Numerose e antiche culture, soprattutto di derivazione orientale, basano il benessere del corpo sul benessere della mente, e negli ultimi decenni questo sta diventando un tema ampiamente discusso anche nella cultura occidentale. Ma scientificamente parlando, come potrebbe funzionare questa connessione cervello-mente-corpo?
Recentemente, un gruppo di ricercatori dell’Istituto Zuckerman Mind Brain Behavior, del Dipartimento di Neuroscienze e del Dipartimento di Biochimica e Biofisica Molecolare della Columbia University ha pubblicato su Nature (Nature) uno studio pre-clinico su modelli murini (A body–brain circuit that regulates body inflammatory responses | Nature) che mostra come il cervello possa dirigere il sistema immunitario in modi inaspettati, essendo capace di rilevare, aumentare e ridurre l’infiammazione.
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che il nucleo caudato del tratto solitario (caudal nucleus of the solitary tract – cNST), una piccola porzione del nostro encefalo situata nell’area anatomica denominata tronco cerebrale, svolge un ruolo cruciale nel controllo dell’asse corpo-cervello ed è il principale bersaglio del nervo vago. Sopprimendo chimicamente l’attività del cNST, i ricercatori hanno osservato, nei modelli di laboratorio, una risposta infiammatoria sorprendente: i livelli di molecole pro-infiammatorie rilasciate dal sistema immunitario erano più di tre volte superiori al normale, mentre i livelli di composti anti-infiammatori erano circa tre volte inferiori. Al contrario, l’attivazione artificiale del cNST ha ridotto i livelli di molecole pro-infiammatorie di quasi il 70% e aumentato i livelli di sostanze chimiche anti-infiammatorie di quasi dieci volte.
Tale circuito cerebrale agisce come un termostato, regolando le risposte infiammatorie per mantenere il corpo in uno stato di equilibrio e benessere.
La scoperta di questo circuito cerebrale potrebbe rivoluzionare il trattamento di numerose malattie autoimmuni e neurodegenerative, come ad esempio artrite reumatoide, diabete di tipo I, sclerosi multipla, lupus, ecc, fornendo una base per nuovi approcci terapeutici volti a controllare l’infiammazione.