Con l’approssimarsi del tax day del 15 aprile, ossia il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta del 2023, tutti i contribuenti americani sono chiamati a adempiere agli obblighi dichiarativi.
Tra i vari adempimenti fiscali che i contribuenti, inclusi i numerosi italiani in possesso di un visto lavorativo, di una green card o di un doppio passaporto, sono chiamati ad assolvere, la compliance finanziaria relativa ai Foreign Bank and Financial Accounts(FBAR) è quella che suscita maggiori dubbi e, in molti casi preoccupazioni, sebbene sia stata approvata dal Congresso americano, nel lontano 1970, con il Bank Secrecy Act (BSA).
La compliance FBAR richiede a tutte le U.S. persons, di cui si dirà in seguito, che abbiano un conto presso un istituto finanziario estero (Foreign Financial Institutions, FFS) di compilare il modello FinCEN Form 114. Questo modello a differenza di quelli dichiarativi, si pensi al 1040 o al 8938 (FATCA), in quanto costituisce una semplice comunicazione va inviato al FinCEN, l’agenzia del dipartimento del Tesoro che si occupa di riciclaggio internazionale e reati finanziari e non, come accade per il 1040, all’agenzia delle entrate americana, IRS.
Sono soggetti a tale adempimento le U.S. persons, ovvero i cittadini e i residenti americani, ma anche le persone giuridiche. Tale definizione include, ma non si esaurisce, le figure assimilabili alle società di capitali italiane (corporations), società di persone, (partnership), trust, società a responsabilità limitata (LLC) che siano costituite, organizzate e registrate negli Stati Uniti.
L’obbligo informativo scatta al superamento della soglia dei $10,000, calcolato in modo aggregato e non “account-by-account basis”. Ne consegue che la soglia sia calcolata sommando i valori massimi, risultanti in qualsiasi momento durante l’anno, dai di conti corrente e dagli strumenti finanziari detenuti all’estero.
Si pensi al caso di Mario Rossi, cittadino italiano residente a New York, che abbia in Italia due conti correnti bancari: il primo con un saldo, durante il 2023, non superiore a $8,000 e il secondo, invece, con un saldo attivo, per una sola mensilità del 2023, di $5,000. Il sig. Rossi sarà tenuto a compilare il modello 114, atteso che la somma degli importi massimi dei conti correnti, nel corso del 2023 ($8,000 + $5,000 = $13,000), è superiore al limite dei $10,000.
La normativa FBAR si applica inoltre nei confronti di un soggetto che abbia una “signature authority” su un conto estero, ossia abbia un potere di firma che gli consenta, in qualità di cointestatario, di prelevare fondi, gestire gli investimenti e dare istruzioni per iscritto, o mediante altre forme, all’istituto finanziario presso cui i fondi sono depositati.
Invero nel compilare il modello 114 è richiesto ai contribuenti di riportare i seguenti dati relativi al conto estero: 1) valore massimo; 2) tipo di conto (conto titoli, conto corrente, polizza etc.); 3) il nome e l’indirizzo dell’istituto finanziario; e 4) il numero di conto. Nei casi di cointestazione oltre ai dati appena indicati bisogna aggiungere: a) nome e cognome del titolare del conto o il nome della società a cui il conto sia intestato; b) indirizzo del titolare del conto; e c) il rapporto tra il titolare del conto e il soggetto passivo FBAR. La normativa richiede, inoltre, che tutta la documentazione a sostegno sia conservata e archiviata per 5 anni e che sia disponibile ad essere visionata dopo una semplice richiesta dell’IRS.
Il termine per l’invio della comunicazione FBAR coincide con quello per la presentazione della dichiarazione dei redditi, 15 aprile, con la possibilità di usufruire di un’estensione automatica al 15 di ottobre.
In caso di inadempimento sono previste sanzioni amministrative e penali molto severe, sino ad un massimo di $12,500 per violazione, nei casi di errore scusabile o involontario, che possono aumentare sino all’importo più elevato tra $100.000 o il 50% del valore dei conti, nel caso di dolo. In tale ipotesi può scattare anche una sanzione penale punibile con una reclusione fino ad un massimo di 10 anni.
L’IRS consente ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione, purché essi non siano già stati contattati o sottoposti ad un controllo da parte della stessa agenzia attraverso i programmi Streamlined Filing Compliance Procedures, e Delinquent FBAR Submission Procedures.