Tanto tuonò che piovve. Contrariamente a quanto indicato nei sondaggi degli ultimi tempi, Donald Trump è stato eletto dal popolo americano, 47º Presidente degli Stati Uniti.
Se inizialmente il risultato ha suscitato grande entusiasmo a Wall Street, con i titoli americani che hanno registrato guadagni straordinari, in Europa si è subito acceso il dibattito, accompagnato da timori, sui dazi di importazione che il governo americano potrebbe applicare a partire dal 2025, soprattutto sui prodotti alimentari e bevande provenienti dall’Europa. Si, avete capito bene, anche il nostro amato vino potrebbe subirne le conseguenze.
La questione è complessa e di difficile lettura, soprattutto considerando l’imprevedibilità del nuovo Presidente, un ritorno dopo i fasti del 2016-2020. Se allora, a partire dal 2018, per la questione Airbus, erano stati colpiti a più riprese soprattutto i prodotti francesi e britannici (e, con stupore, anche quelli spagnoli), l’Italia e il nostro vino furono risparmiati, con l’ultima decisione presa tra gennaio e febbraio 2020. Il governo americano decise infatti di esentare il vino italiano dai dazi aggiuntivi del 25%, che avevano però colpito altri prodotti del Bel Paese, come il Parmigiano e gli spirits in generale. L’incertezza portò a un’eccessiva spedizione ed esportazione dei nostri vini, con la conseguenza che molti importatori avevano gli inventari ai massimi livelli. Ironia della sorte, tutti ricordiamo cosa successe nel marzo del 2020: con la Pandemia e le successive restrizioni a uscire , il consumo di vino e alcolici off premise toccò il picco nei mesi successivi, comportando una maggiore domanda di spedizione.
Cosa può succedere adesso? La pandemia e la successiva crisi della supply chain hanno portato ulteriore squilibrio, e le nuove tendenze nei consumi hanno fatto la loro parte. I possibili dazi potrebbero aggravare la situazione, poiché, se importare vino costerà il 25% in più, il costo ricadrà ovviamente sul consumatore finale.
A noi resta pensare positivo. Solitamente, dopo la pioggia arriva il bel tempo: si prevede che, prima di maggio/giugno 2025, per questioni politiche e tecniche (insediamento del Presidente e del nuovo Congresso), i dazi potrebbero non essere implementati, dando tempo al mercato e agli attori coinvolti di delineare una strategia. Speriamo che ne discutano quindi davanti a un calice di vino italiano.