Relazioni online: tra ghosting e phubbing

Relazioni online: tra ghosting e phubbing

Gli adulti devono aiutare i giovani a capire che la libertà è fondamentale, ma non può essere una libertà liquida, egoista e fine a sé stessa. Occorre riscoprire l'importanza della responsabilità nei confronti degli altri. Le relazioni devono essere stabili e solide di fronte ai problemi quotidiani che tutti dobbiamo affrontare. Cercare di ascoltare l'altro e amarlo è una delle sfide più difficili da intraprendere

La nostra società sembra diventare, giorno dopo giorno, sempre più individualista. Le persone individualiste cercare di soddisfare i propri bisogni e le proprie necessità senza preoccuparsi di chi hanno accanto. Amori liquidi, emozioni fugaci e sentimenti instabili.

Il sociologo Zygmunt Bauman ha descritto l’amore in tutte le sue sfaccettature ed in particolare ha sottolineato la paura di legarsi a qualcuno. Una continua ricerca di libertà in cui non c’è spazio per ascoltare l’altro.

Sì, perché “i legami sono stati sostituiti dalle connessioni. Mentre i legami richiedono impegno, connettere e disconnettere è un gioco da bambini”. Infatti, sui social network i rapporti vengono interrotti facilmente, basta un “click” per sbarazzarsi di una persona e per fare nuove conoscenze. Di fatto, le relazioni vissute nella vita reale sono molto più complesse ed è per questo motivo che molti scelgono di vivere amori online. Una realtà, quella dell’era della piattaformizzazione, che ci mostra il volto della solitudine e di numerosi fenomeni che devono farci riflettere.

Ormai, si discute sempre più spesso di ghosting e di phubbing. Nel “ghosting” la persona con la quale chattiamo, nelle diverse applicazioni di messaggistica istantanea, scompare improvvisamente. Nessuna spiegazione e nessun chiarimento da parte sua. La persona che si rende un “fantasma” fa in modo di non essere più rintracciabile. Non risponde ai messaggi, alle chiamate e non si fa trovare nemmeno sulle piattaforme virtuali.

Il termine phubbing mette insieme le parole inglesi “phone” e “snubbing”, ossia il sostantivo telefono unito al verbo ignorare. Il “phubber” è colui che snobba gli altri, mentre il “phubbee” è colui che subisce la situazione vedendosi ignorato. La dipendenza da smartphone è strettamente correlata al phubbing. Alcune persone preferiscono controllare lo smartphone e non interagire con gli altri. Questo avviene a causa di un fattore determinante la “internet addiction” ovvero la preoccupazione di perdere qualcosa di importante sui social o in rete, seguita dal timore che i nostri amici stiano facendo qualcosa di più stimolante rispetto a quello che stiamo facendo noi.

Ilaria Solaini ha scritto un articolo, pubblicato su Avvenire, in cui ha riportato alcuni dati interessanti di una ricerca condotta da Espad nel 2023. “Il fenomeno del ghosting ha coinvolto più di uno studente su dieci tra i 15 e i 19 anni, soprattutto ragazze (46%; M=27%). Tra loro, il 14% (M=8,5%; F=18%) ha fatto esperienza di entrambe le modalità del fenomeno ricoprendo il doppio ruolo di ghostato o ghostatore. Gli amici sono stati i principali autori di ghosting (55%), seguiti da conoscenti (36%), partner (26%) e parenti (2,4%)”.

Così come il ghosting, il phubbing risulta essere diffuso “il 40% degli studenti e delle studentesse sotto i 19 anni ha risposto di guardare, spesso, il telefono anche in compagnia di amici o familiari (maschi: 36,9%; femmine: 43,4%)”.

Il portale agi.it ha spiegato un altro aspetto del pubbhing ovvero il partner-phubbing definito così dal giornale di scienze psicologiche “State of Mind”. “Il partner-phubbing è negativamente correlato alla soddisfazione delle relazioni, proprio perché l’uso di un telefono mentre il partner è con noi crea una situazione in cui si è fisicamente presenti, ma non lo si è mentalmente. Questo fenomeno provoca delle sensazioni di “assenza-presenza” o di stare “soli insieme”. Ma non è tutto. “Uno studio del 2021 di Beukeboom & Pollmann ha tentato di analizzare gli effetti negativi del phubbing nelle relazioni sentimentali, nello specifico in relazione all’insoddisfazione relazionale. I risultati dello studio sottolineano che più si usa il proprio telefono in presenza del partner meno la relazione è soddisfacente”.

È evidente che gli individui non solo sono distratti, ma tendono ad isolarsi e a vivere all’interno del mondo virtuale. Chi è vittima di phubbing soffre e si sente escluso. Ovviamente, questo fenomeno preoccupa gli esperti e gli studiosi.

La ricercatrice Sonia Cerrai, che si occupa di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari presso l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa, ha chiarito che è “sempre più evidente l’urgenza di adottare un approccio che abbracci la complessità dell’universo adolescenziale, focalizzandosi sui ragazzi, sulle loro necessità e sul bisogno di maggiore consapevolezza”.

Gli adulti devono aiutare i giovani a capire che la libertà è fondamentale, ma non può essere una libertà liquida, egoista e fine a sé stessa.

Occorre riscoprire l’importanza della responsabilità nei confronti degli altri. Le relazioni devono essere stabili e solide di fronte ai problemi quotidiani che tutti dobbiamo affrontare. Cercare di ascoltare l’altro e amarlo è una delle sfide più difficili da intraprendere.

Lev Tolstoj ha scritto un testo straordinario dal titolo ‘Amatevi gli uni gli altri’. In questo testo c’è una frase su cui bisogna meditare: “Per costruire una vita migliore, devono divenire migliori i singoli individui” ed io credo che non possiamo continuare a vivere pensando solo a noi stessi. Allora, dobbiamo impegnarci e puntare all’amore vero che non ha paura di niente e di nessuno.

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Francesco Pira

Professore Associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi, insegna Comunicazione Strategica, Teorie e Tecniche del Giornalismo Digitale e Giornalismo Sportivo, Social Media e Comunicazione d’Impresa, presso i corsi di laurea magistrale e triennale del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina. A marzo 2024 è stato nominato Presidente della branch Comunicazione Media e Informazione dii Confassociazioni, di cui era stato Vice Presidente e dal giugno 2020 è Presidente anche dell’Osservatorio Nazionale sulle Fake News. Il quotidiano italiano Avvenire l’ha definito uno dei maggiori analisti italiani del fenomeno Fake News.

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