Ormai, quotidianamente i Media veicolano le immagini di guerra che arrivano dalla Russia e dall’Ucraina o dal Medio Oriente. Nel mondo ci sono tante altre guerre di cui si parla poco ma che, giorno dopo giorno, continuano a seminare morte e distruzione.
La Cyber war, la guerra della disinformazione e delle fake news, continua ad essere combattuta costantemente. Addirittura, NewsGuard ha individuato più di 270 narrazioni false relative alla guerra tra Russia e Ucraina e ha scoperto 644 siti che hanno favorito la diffusione delle fake news. In questo clima di paura e di incertezza, c’è chi crede nella pace e spera nel disarmo.
È davvero interessante l’articolo scritto dal ricercatore Enzo Risso, pubblicato su Il Domani, perché sottolinea i tanti volti della pace amati dagli italiani.
Risso mette in evidenza che “nel 2024 sono attivi 56 conflitti, il numero più alto registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale, secondo l’Institute for Economics & Peace (giugno 2024)”. Inoltre, spiega che “una recente ricerca (novembre 2024) porta alla luce la molteplicità di visione di pace che albergano nel paese, rendendo possibile redigere una classifica delle diverse pulsioni, spinte e controspinte”.
I numeri mostrano che: “Al primo posto c’è una concezione della pace dialogica e educativa (proposta dal 22,7 per cento), che pone l’enfasi su dialogo, comprensione reciproca, educazione e promozione dei diritti umani. Al secondo posto troviamo una visione processuale e intimista (14,2 per cento) che parla di pace in termini di processo individuale (‘la pace inizia dentro di noi’) e sviluppa un approccio simile a quello propugnato dal filosofo Spinoza: la pace intesa come virtù, uno stato mentale, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia. Al terzo posto si colloca una visione scettica (13,9 per cento): quanti considerano la pace un’utopia, un ideale bello ma irrealizzabile perché ‘il conflitto è lo stato naturale delle relazioni umane’. Di peso quasi simile, ma di predisposizione opposta, è la visione egualitaria (12,1 per cento). Questo segmento ritiene la pace possibile, ma la sua realizzazione è sottomessa all’eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali (‘la vera pace può esistere solo in una società completamente egualitaria’)”.
Nel resto di Italia ci sono altre posizioni minoritarie e anche una spaccatura. “L’opinione pubblica appare spaccata in due sulla reale possibilità di addivenire oggi a una pace reale e globale: il 50 per cento possibilista, mentre il 45 per cento scettico (il resto non sa)”.
Papa Francesco continua i suoi appelli per invocare la pace. Dopo l’Angelus della prima domenica di Avvento, cosi come riporta il portale vaticannews, ha gridato “il suo ripudio per i conflitti, di ogni tipo e natura e le loro conseguenze”, dicendo: “La guerra è un orrore, la guerra offende Dio e l’umanità, la guerra non risparmia nessuno, la guerra è sempre una sconfitta, una sconfitta per l’umanità intera”. Il Santo Padre ha ricordato anche quello che sta accadendo in Libano e in Siria.
Il mondo è segnato dalla sofferenza e dalla preoccupazione. Come se non bastasse, l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie vengono sfruttate per uccidere gli uomini e questo è inaccettabile.
La guerra è devastante e l’odio continua a prendere il sopravvento. La pace è un bene comune, globale ed è un bisogno universale. Uomini, donne e bambini vengono privati della loro dignità, della loro identità, della loro libertà e del dono più grande che possa esistere: la vita.
I Grandi della Terra devono adoperarsi per fermare le guerre, puntando al dialogo e alla riscoperta dei valori e impegnandosi seriamente. Un mondo di pace è ancora possibile e non dobbiamo perdere la speranza.
Nessuno può continuare a restare indifferente di fronte a tanto orrore perché, così come ha detto Papa Francesco, l’Umanità in questo momento appare sconfitta.