“I legami umani sono stati sostituiti dalle connessioni. Mentre i legami richiedono impegno, connettere e disconnettere è un gioco da bambini”, cosi il sociologo Zygmunt Bauman ha descritto i legami umani e ha anticipato quello che sta accadendo nella società contemporanea.
Ormai da molti anni, da sociologo della comunicazione, la mia attenzione si è soffermata allo studio dei legami sociali. La società capitalistica, direi consumistica, è riuscita a metterli in discussione.
Tante storie nascono sui social network e vengono vissute virtualmente dietro ad uno schermo. La superficialità delle relazioni si riscontra in alcuni fenomeni come il “ghosting”, il “caspering”, lo “zombieng”, il “love bombing” o il “benching”. Vocaboli della lingua inglese che riguardano le modalità per gestire o interrompere una relazione. Il legame viene archiviato senza dare le dovute spiegazioni e questo può accadere anche in amicizia o in ambito lavorativo.
Le mie indagini sociologiche hanno dimostrato che esiste la mancanza di consapevolezza delle proprie emozioni e degli atteggiamenti ad esse associate e l’incapacità di relazionarsi con le emozioni altrui. Gli adolescenti preferiscono vivere il loro primo rapporto sessuale online e questo deve farci riflettere. Gli adulti hanno abbandonato l’idea di monogamia per dedicarsi al poliamore e ai rapporti poliamorosi. Una dinamica comunicativa-relazionale che porta all’individualismo e alla concentrazione di sé.
Ho apprezzato molto un articolo scritto dal ricercatore Enzo Risso, pubblicato su Il Domani, che ha evidenziato cosa sta accadendo alle relazioni sociali.
Un nuovo studio di Ipsos global Advisor, realizzato in 30 paesi, permette di analizzare la qualità delle relazioni sociali e familiari degli italiani con quelle dei cittadini degli altri paesi e consente di porre l’attenzione sullo stato di salute del capitale sociale in Italia.
Mi hanno davvero colpito le percentuali relative alle relazioni sessuali, sentimentali e amicali. “In Italia sono soddisfatti il 52 per cento delle persone. Un dato che colloca gli italiani al terzultimo posto insieme a Canada (52), Corea del Sud (45) e Giappone (37). In testa alla classifica di appagamento delle relazioni sentimentali ci sono i cittadini di India e Messico (76 per cento). Il primo paese europeo è la Spagna (70), seguita da Olanda (64) e Gran Bretagna (63). La Francia è al 61 per cento, poco più sotto l’Irlanda (60), il Belgio e la Svezia (58). Livelli simili a quelli dell’Italia li troviamo in Germania (54) e Ungheria (53)”.
Mentre per quanto riguarda le relazioni amicali la situazione è un po’ diversa. Risso scrive che: “La soddisfazione colloca gli italiani al penultimo posto (63 per cento), superati solo dai giapponesi (55). In testa ai livelli di appagamento per la qualità di amicizie troviamo i residenti in Perù e Indonesia (85 per cento), seguiti da Sudafrica e Thailandia (83). Al terzo posto si collocano olandesi e irlandesi (82). Più sotto: inglesi (81), spagnoli (79), polacchi (77), tedeschi e francesi (76), svedesi (75), belgi (71), e ungheresi (70)”.
Purtroppo, la situazione non migliora nemmeno nei rapporti di coppia. Infatti, l’Italia si colloca al terzultimo posto con il 72 per cento di persone soddisfatte.
Risso mette in evidenza che dal quadro emerge “una sistemica e complessiva fragilità del capitale sociale degli italiani che si sentono limitatamente amati”, visto che solo il 63 per cento dichiara di sentirsi amato.
Sentirsi poco amati comporta l’isolamento, la mancanza di fiducia, l’individualismo e l’egoismo e altre conseguenze. Tutti ci stiamo abituando a vetrinizzare la nostra vita. Ogni giorno, ci rendiamo conto di quanto alcuni modelli di reti sociali si basino su un sistema di relazioni ansiogene non più relazioni tra individui, ma relazione tra individuo e i suoi follower. Osserviamo le persone come se fossero oggetti presenti in un catalogo. Usiamo gli altri e poi li cancelliamo dalla nostra vita, come se bastasse un semplice “click”.
Bauman ci aveva avvertiti: “L’amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame” e in effetti in tanti non credono più nelle relazioni vere e sincere e questo è inaccettabile.
Bisogna riscoprire l’importanza e la bellezza della conoscenza di base e iniziare ad affrontare le relazioni affettive con rispetto e responsabilità. Non possiamo lasciare spazio ai tanti “ismi” che ci circondano come il soggettivismo, l’individualismo e l’egoismo. Serve ritrovare la fiducia e la speranza, perché esiste ancora chi conosce il valore dell’amore e riesce a donare sé stesso agli altri.