Autunno nel calice

C’è un momento, ogni anno, in cui la natura rallenta il passo e si veste di toni caldi: l’aria si fa più sottile, le giornate si accorciano e la luce dorata dell’autunno accarezza paesaggi e animi con una delicatezza unica. È in questa stagione che il mondo sembra invitare a fermarsi, ad ascoltare, a gustare.

I grandi pittori lo sapevano bene. Arcimboldo lo celebrava con volti composti da frutti maturi e grappoli d’uva, Monet lo dipingeva in riflessi d’acqua e foglie dorate, Hockney ne catturava la vitalità con toni accesi e moderni. L’autunno, nell’arte, è sempre stato sinonimo di abbondanza, trasformazione e bellezza fugace.

Anche la tavola segue questo ritmo: si colora di ingredienti intensi, di profumi profondi e di accostamenti che scaldano il cuore. In questo spirito nasce la nostra selezione di abbinamenti: un omaggio al gusto, al territorio e al piacere del vivere lento. Tre vini, tre espressioni dell’Italia enologica, accompagnati da sapori che raccontano l’autunno in tutte le sue sfumature.

Vino novello e castagne, Nebbiolo e tartufo bianco, Aglianico e funghi porcini: tre interpretazioni diverse, ma complementari, dell’autunno italiano. Dal Nord al Sud, ogni abbinamento è un viaggio nei sapori, nelle storie e nei paesaggi che rendono questa stagione così speciale.

Vino novello e castagne: La freschezza del vino giovane, il calore della tradizione contadina.

L’autunno è anche tempo di prime volte: e il vino novello è il primo vino dell’anno, fresco, fruttato e carico di vitalità. Nasce dalla macerazione carbonica, un metodo di vinificazione che esalta profumi intensi e una piacevole morbidezza al palato. È pronto per essere gustato già dal 6 novembre, con il suo bouquet che spazia dal lampone alla fragola, dalla ciliegia al ribes rosso.

Da servire leggermente fresco (12–14 °C), è il compagno perfetto per uno degli ingredienti più amati della stagione: le castagne. Arrostite, bollite o protagoniste di dolci rustici, la loro dolcezza terrosa si fonde in modo naturale con le note fresche e vivaci del novello.

Un abbinamento che è molto più di un semplice incontro gastronomico: è un rito stagionale, un invito alla convivialità, un racconto di raccolti, di camini accesi e di serate d’autunno passate in compagnia.

Nebbiolo e tartufo bianco: L’eleganza dell’autunno piemontese, tra profumi di bosco e piacere raffinato.

Per chi è alla ricerca di un’esperienza più intensa, l’incontro tra Nebbiolo e tartufo bianco rappresenta una delle espressioni più alte della cucina autunnale italiana.

Il tartufo bianco, autentico gioiello della terra, con le sue note aromatiche complesse e avvolgenti, trova nel Nebbiolo un compagno all’altezza. Questo nobile vitigno piemontese — nelle sue declinazioni Langhe, Barbaresco o Barolo — è capace di grande struttura, finezza tannica e profumi stratificati che evocano il sottobosco, la terra umida, le spezie.

Su piatti come tagliolini al burro, risotto mantecato o semplici uova al tegamino, il Nebbiolo riesce a esaltare il tartufo senza coprirlo, creando un perfetto equilibrio tra eleganza e intensità.

Aglianico e funghi porcini: Il volto autunnale del Sud: forza, calore e armonia.

Dalle colline assolate del Sud Italia arriva un altro grande protagonista dell’autunno: l’Aglianico, vitigno antico e potente, che trova le sue espressioni più celebri in Taurasi e nell’Aglianico del Vulture. Di colore rubino profondo, con sentori di frutti rossi, spezie, cuoio e sfumature minerali, è un vino capace di raccontare tutto il carattere di una terra generosa.

Il suo compagno ideale? I funghi porcini, simbolo dei boschi mediterranei. Che siano saltati in padella con aglio e prezzemolo, protagonisti di un risotto o parte di una lasagna rustica, i porcini offrono profondità e rotondità che si intrecciano perfettamente con il corpo dell’Aglianico. Un abbinamento che parla di territorio e autenticità, ma con la finezza di una cucina che sa emozionare.

È tempo di accendere il camino, riempire i calici e lasciarsi trasportare in un viaggio che unisce arte, natura e convivialità.

Immagine di Rachele Papi

Rachele Papi

Originaria di Livorno, si è trasferita a New York per amore. Qui, la sua passione per l'arte e la natura si è presentata in una forma diversa: attraverso il vino. Da sette anni nel settore vinicolo, Rachele ha coltivato la sua conoscenza e la sua passione per il mondo enologico, diventando una figura rispettata nel settore. Nonostante la sua nuova vita in America, Rachele non dimentica mai le sue radici, che continuano a ispirare il suo lavoro e la sua vita quotidiana.

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