L’accesso alla cittadinanza italiana è un tema che riguarda milioni di persone nel mondo. Molti discendenti di emigrati si trovano ancora oggi a dover affrontare un sistema burocratico complesso, fatto di interpretazioni giuridiche mutevoli e lunghissimi tempi di attesa. L’avvocato Alessandro Mignacca lavora ogni giorno per assistere chi vuole ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana. «La nostra vocazione è quella di difendere e tutelare i diritti sia degli italiani residenti all’estero che dei discendenti degli italiani nati all’estero», spiega.
Negli Stati Uniti, la storia della comunità italiana è segnata da un processo di integrazione che ha portato molti a rinunciare alla cittadinanza d’origine. «Negli Stati Uniti, specialmente, la maggior parte degli italiani hanno proceduto a richiedere la cittadinanza americana, anche per ragioni di integrazione, in quanto erano tendenzialmente emarginati», racconta Mignacca. Questo ha comportato, per molti, la perdita automatica della cittadinanza italiana, come previsto dalla legge allora vigente.
Alcune categorie di discendenti, però, potrebbero vedersi riconosciuto un diritto che fino a oggi è stato loro negato. Tra il 1907 e il 1922, le donne sposate con cittadini americani acquisivano automaticamente la cittadinanza del marito, perdendo quella italiana. Tuttavia, secondo la giurisprudenza italiana, questo passaggio non fu volontario, e dunque non dovrebbe implicare la perdita della cittadinanza. «Le donne italiane i cui mariti acquistavano la cittadinanza americana per naturalizzazione venivano anch’esse naturalizzate americane in via automatica e senza la loro manifestazione di volontà espressa», spiega Mignacca. Questo potrebbe aprire la strada a nuovi riconoscimenti per i loro discendenti.
L’evoluzione delle norme sulla cittadinanza riflette i cambiamenti sociali e politici dell’ultimo secolo. Claudio Brachino ha chiesto a Mignacca se le recenti tendenze politiche degli Stati Uniti potrebbero influenzare il processo di integrazione. L’avvocato, pur sottolineando la crescente chiusura dell’America, è ottimista: «Credo che sulla comunità italoamericana anche per l’interesse dei giovani, di coloro che vogliono spostarsi verso gli Stati Uniti, le possibili nuove politiche abbiano effetti limitati».
Il tema della cittadinanza italiana è strettamente legato anche al ruolo delle istituzioni e dei servizi pubblici. Mignacca conferma che una delle principali difficoltà per chi vive all’estero è l’accesso ai servizi consolari, spesso congestionati da richieste eccessive. «Le attese in alcuni casi sono davvero lunghissime», dice, riferendosi in particolare alle domande di cittadinanza e ai rinnovi dei passaporti.
Nonostante le difficoltà, il legame con l’Italia resta forte. «Hanno un concetto d’Italia ancora molto pulito, molto tradizionale», dice Mignacca, parlando degli italiani all’estero. È un’identità che si trasmette attraverso le generazioni, al di là della cittadinanza formale, e che continua a rappresentare un elemento distintivo della cultura italiana nel mondo.
Mignacca, che opera tra l’Italia e le Americhe, ha chiaro il suo obiettivo: «L’obiettivo è quello di continuare a dare supporto alle comunità italiane all’estero». Un impegno che va oltre l’aspetto legale e che punta a rafforzare il legame tra gli italiani nel mondo e il loro Paese d’origine.