Tutti criminali, troppi criminali

Se Netanyahu è un criminale di guerra allora Putin che cos’è? Certo criminale anche lui, ma alla pari? E l’Italia, storica alleata di Israele, se dovesse capitare che fa, lo arresta? Secondo le norme dello statuto fondativo della Corte Penale Internazionale dell’Aja, firmato anche dall’Italia, la risposta è sì.

C’è imbarazzo nel nostro staff diplomatico e nel nostro governo. E che dire del Presidente della più grande diplomazia del mondo, ovvero l’America, ovvero Biden, che è stato duro con la corte dicendo che è una follia? Bisogna ricordare che Israele, in effetti, è l’unica democrazia del Medio Oriente e che Netanyahu è un leader regolarmente eletto nonostante le divisioni e le discussioni che la’azione politica e militare suscita nel Paese. Un conto è contestare Israele, e dunque il suo leader, per come ha condotto le operazioni di guerra a Gaza contro Hamas, un conto è definirlo criminale di guerra.

Il signor Putin, che non è a capo di un sistema democratico, ha invaso l’Ucraina violando la sua sovranità e le leggi internazionali, e l’Ucraina non è un soggetto terroristico né è andata in territorio russo a compiere attentati sanguinari. Il rischio delle sentenze di queste autorità internazionali è infatti proprio quello di complicare la situazione già complessa dei conflitti in corso, spingendo l’opinione pubblica mondiale verso giudizi sommari e non analitici sulle singole situazioni.

Oltretutto, così il lavoro delle diplomazie diventa ancora più difficile. Non so se è un caso, ma poche ore dopo la sentenza, 4 italiani sono rimasti feriti nell’ennesimo attacco alla base Unifil in Libano. Già rischiamo l’escalation nucleare nel non limpido passaggio di poteri tra Biden e Trump, bisogna fare attenzione adesso a non confondere i protagonisti della crisi mediorientale in un unico calderone. Davvero rischioso.

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Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto , 2 volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per il Tempo e il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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