Se ai bordi di un campo mettete delle poltrone, belle per dire appetibili, i giocatori cominciano ad azzuffarsi. In poche ore il campo largo diventa un campo di macerie. Ma quale salario minimo, ma quale autonomia differenziata, ma quale diritto di cittadinanza. È bastato solleticare gli appetiti sulla più importante azienda culturale e di comunicazione del paese, la Rai, che il labile cemento che teneva insieme quasi dieci leader (troppi) è andato in frantumi.
Nell’elezione parlamentare dei consiglieri di amministrazione, Il PD (non senza angosce interne) ha mantenuto la sua posizione, che è quella definita dell’Aventino, ovvero non partecipare a un meccanismo di una governance sbagliata che deve essere riformata. E che sarà riformata nel 2025, perché ce lo chiede anche l ‘Europa con il Freedom of Information act. Renzi, Italia viva, e Calenda, Azione, hanno seguito la segretaria del PD Elly Schlein. Invece i grillini e Alleanza Verdi Sinistra hanno partecipato al voto, si sono presi l’uovo oggi, i loro consiglieri, ma prenderanno anche la gallina domani, ovvero direzioni e programmi.
Insomma, dal campo presunto largo sono corsi verso le poltrone. Del resto è stato Bonelli, uno dei due leader di AVS, a dire che “il campo largo non esiste“. Peccato che appena due settimane fa, sul palco della loro festa a Roma, erano saliti tutti insieme appassionatamente, pur senza Renzi e Calenda. Poté così tanto il Potere di mamma Rai? Conte , dal lato suo, ha respinto le accuse al mittente dicendo che è la Schlein ad aver votato – meglio, non-votato – come Renzi e Calenda.
Insomma, cari amici di oltreoceano, vedete com’è fragile l’animo umano, è bastato poco perché le visioni del mondo e di un futuro migliore si infrangessero sui cancelli di Viale Mazzini, quelli che proteggono il cavallo più desiderato d’Italia.