Mamma la Rai!

Mamma la Rai!

Se ai bordi di un campo mettete delle poltrone, belle per dire appetibili, i giocatori cominciano ad azzuffarsi. In poche ore il campo largo diventa un campo di macerie. Ma quale salario minimo, ma quale autonomia differenziata, ma quale diritto di cittadinanza. È bastato solleticare gli appetiti sulla più importante azienda culturale e di comunicazione del paese, la Rai, che il labile cemento che teneva insieme quasi dieci leader (troppi) è andato in frantumi.

Nell’elezione parlamentare dei consiglieri di amministrazione, Il PD (non senza angosce interne) ha mantenuto la sua posizione, che è quella definita dell’Aventino, ovvero non partecipare a un meccanismo di una governance sbagliata che deve essere riformata. E che sarà riformata nel 2025, perché ce lo chiede anche l ‘Europa con il Freedom of Information act. Renzi, Italia viva, e Calenda, Azione, hanno seguito la segretaria del PD Elly Schlein. Invece i grillini e Alleanza Verdi Sinistra hanno partecipato al voto, si sono presi l’uovo oggi, i loro consiglieri, ma prenderanno anche la gallina domani, ovvero direzioni e programmi.

Insomma, dal campo presunto largo sono corsi verso le poltrone. Del resto è stato Bonelli, uno dei due leader di AVS, a dire che “il campo largo non esiste“. Peccato che appena due settimane fa, sul palco della loro festa a Roma, erano saliti tutti insieme appassionatamente, pur senza Renzi e Calenda. Poté così tanto il Potere di mamma Rai? Conte , dal lato suo, ha respinto le accuse al mittente dicendo che è la Schlein ad aver votato – meglio, non-votato – come Renzi e Calenda.

Insomma, cari amici di oltreoceano, vedete com’è fragile l’animo umano, è bastato poco perché le visioni del mondo e di un futuro migliore si infrangessero sui cancelli di Viale Mazzini, quelli che proteggono il cavallo più desiderato d’Italia.

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Claudio Brachino

Claudio Brachino è laureato in Lettere e filosofia presso la Sapienza - Università di Roma. È noto per la sua poliedrica carriera come autore, giornalista e direttore editoriale. Ha scritto opere teatrali e saggi, tra cui "La macchina da presa teatrale". Nel 1987, ha intrapreso la sua carriera giornalistica con il gruppo Fininvest, contribuendo al successo di programmi televisivi come "Verissimo" su Canale 5. Ha ricoperto ruoli chiave all'interno di Mediaset, dirigendo programmi di punta come "Studio Aperto" e "Mattino Cinque", oltre a essere stato direttore di Videonews. Attualmente è Direttore Editoriale di "Good Morning Italy, editorialista Italpress e commentatore politico Rai e La7.

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