L’uovo del serpente

C’è uno schema che pericolosamente sta attraversando l’Europa: c’è un delitto, in genere efferato e apparentemente immotivato, in genere di minori ad opera di altri minori; si dà la colpa a immigrati nordafricani al di là della verità della cronaca e si scatena l’odio razziale che cova nelle società occidentali. Le fake news vengono alimentate ad arte sui social dall’estrema destra politica.

È successo in Gran Bretagna, dopo l’accoltellamento di Southampton, e i disordini di massa conseguenti hanno scioccato il paese. È successo in forma più debole in Spagna, dove l’incomprensibile assassinio di un ragazzino a Toledo ha scatenato lo stesso schema. La polizia ha fermato un ragazzo di Madrid con problemi psichiatrici ma sui social si da la colpa a un gruppo di africani arrivati da poco nella zona del delitto. Per ora niente caos di massa ma la vicenda è in divenire e la preoccupazione è che presto lo schema possa sbarcare anche in Italia con conseguenze imprevedibili.

Da noi prima delle politiche del 2018 divenne un caso il terribile omicidio della giovanissima Pamela nelle Marche. Lì è finito all’ergastolo il nigeriano Oseghale, e non è una fake, ma a caldo, già nella fase dei sospetti, Traini sparò su un gruppo di immigrati. Il tema però, oggi, è secondo me diverso: non c’è solo il tema di una lettura ideologica e non deontologica della cronaca, ma c’è un tema sociologico. Le giovani generazioni europee stanno dando una risposta razzista e di estrema destra al fenomeno dell’immigrazione su larga scala. Materia in cui le politiche continentali sono egoistiche e senza visione. Si tratta di un elemento decisivo della trasformazione delle nostre società nei prossimi anni. I giovani sono coinvolti in prima persona, sono spaventati, preoccupati, sensibili alle strumentalizzazioni propagandistiche.

Anche il recente voto, al di là delle maggioranze parlamentari, dice che in Europa c’è un’insofferenza crescente che guarda a destra con vari esiti culturali e partitici. In Germania Afd è il secondo partito, in Francia la Le Pen non governa per i magheggi di Macron, ma il Rassemblement è in voti assoluti il primo partito. E in Italia? Il partito della Meloni, primo alle Europee, al di là di pericolose nostalgie messe in primo piano dalle inchieste ideologiche di Fanpage, è lontano da questi estremismi. Ma la società italiana è inquieta e le grandi città, Milano in testa con la storia delle baby gang nordafricane, sono una polveriera.

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Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto , 2 volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per il Tempo e il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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