Lezione di economia (dall’America)

Un tema, quello dell’oggettività nel giornalismo, che si ripropone sempre quando si parla di politica, negli ultimi tempi moltissimo quando si parla di economia. Anche perché gran parte della politica coincide con le problematiche economiche di una democrazia. Eppure si tratta di una materia che ha a che fare con statistiche e matematica, insomma con i numeri, nonostante il suo indubbio fascino filosofico e umanistico.

Prendiamo Cernobbio, l’evento culto di fine estate sul lago di Como, il summit massimo del lusso estetico di cornice che richiama imprenditori top level e personaggi internazionali. Un giorno ha parlato la Meloni e ha spiegato la visione economica del governo, sopratutto in relazione alla prossima legge di bilancio. Appalusi dalla platea e dai giornali di centrodestra. Critiche dall’opposizione e dai media vicini.

Il giorno dopo è toccato alle opposizioni appunto, la leader del PD, Schlein, di Azione, Calenda, e del M5S, Conte, in collegamento. A parte le divisioni nette in politica estera e la nuova frustrazione del campo sempre largo ma sempre più stretto, giù critiche al governo sui temi sociali, soprattutto lavoro e società, e annuncio di una cosiddetta controfinanziaria. Applausi da sinistra, sberleffi e sarcasmo da parte dei media governativi. Ma la domanda è: l’economia italiana, oggettivamente, al di là delle ideologie e degli interessi di part, va bene o va male? Una notizia che dobbiamo ai cittadini in primis.

La cosa divertente è che la verità l’ha detta un illustre economista americano, premio Nobel, ex consulente di Clinton, un certo Stiglitz, per di più progressista e fan di Kamala Harris. Ebbene, udite udite, l’economia italiana, stando ai parametri fondamentali della crescita e del lavoro ma anche di altri, è in salute. Niente di eccezionale a causa della tristezza generale dell’Europa, messa in luce poche ore dopo drammaticamente da Draghi, ma meglio di altre nazioni blasonate come Germania e Francia. I problemi non mancano, livello dei salari, parità dei generi, enorme debito pubblico, ma chi vuole fare a tutti i costi il gufo pur di andare contro la Meloni è stato smentito. Grazie America per questo granello di verità.

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Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto , 2 volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per il Tempo e il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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