Morto un Papa se ne fa un altro, e ancora una volta la saggezza popolare, pur semplificando con il suo cinismo, ha colto nel segno.
Nella fase di grande complessità che sta attraversando il mondo, la Chiesa, tra la morte di Francesco e l’insediamento di Leone XIV, ha recuperato una straordinaria solennità mediatica mondiale. E soprattutto ha ritrovato una sua centralità, spirituale e politica.
La chiamerei in un unico slogan La geopolitica di San Pietro, con un doppio omaggio, fisico e metafisico: da una parte la bellezza e la grandiosità architettonica della basilica e della piazza del Bernini (i grandi della terra e le gerarchie del clero ridotti a ordinate schiere geometriche colorate nelle inquadrature dall’alto), e poi la suggestione simbolica delle cerimonie e dei riti, l’austerità del latino che si fa lingua del Potere.
Un Potere che sembra però solo in parte umano e secolare, è come se il soffio del vento romano (ricordate le violente folate durante i funerali di Giovanni Paolo II nel 2005?) fosse anche quello di uno Spirito Santo che è sceso fra noi a portare l’urgenza di una pace sempre invocata e sempre rinviata, a cominciare dalla crisi Ucraina senza però rimuovere l’angoscia della tragedia umanitaria che sta devastando Gaza.
I grandi della Terra si sono parlati, a due, a tre, a quattro, insieme, si sono parlati lì in San Pietro ma anche nelle sedi diplomatiche romane e in quelle istituzionali del nostro governo. Parlare, dialogare, l’arte dell’incontro e dell’ascolto. L’America si è riavvicinata all’Europa, Zelensky ha ritrovato conforto, alleanze e dignità.
Forse Putin sarà costretto ad abbandonare melina e missili, chissà dove porterà il dialogo diretto con Trump. E anche Netanyahu, tirato per le orecchie da Papa Prevost nel discorso di inizio pontificato, torna a parlare di pace. Il viaggio in tutte le crisi aperte è ancora lungo e tormentato, ma la Geopolitica di San Pietro in un mese ha fatto cose memorabili, il nuovo numero uno del Vaticano lo ha addirittura proposto come sede neutrale per la pace in Ucraina.
Adesso ci fermiamo qui, tra poche ore racconteremo i fatti, faremo il nostro mestiere, la cronaca, passi in avanti e passi indietro. Ma senza dimenticare la grande lezione che ancora una volta ci ha dato una Chiesa millenaria che sa leggere i turbamenti del mondo.