Il Ponte si farà

Il Ponte si farà. Quell’idea, quella visione, quella necessità di unire due terre, la Calabria e la Sicilia, che era cominciata con gli antichi romani vedrà la prima pietra quest’anno e l’ultima nel 2032- 2033. 

È il governo di centro destra di Giorgia Meloni che entra nella storia ma questo è un successo che, nello specifico, porta il nome del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. A Matteo quel che è di Matteo, anche sul piano di una battaglia che è stata personale e politica.

Dico con chiarezza e semplicità queste cose su una testata che è un ponte fra Italia e Stati Uniti e che viene stampata, diffusa, letta soprattutto nel mondo anglosassone. Tanto è vero che pubblichiamo sia in Italiano che in inglese. Con trasparenza anglosassone, garanzia sempre di democrazia, abbiamo detto nomi, ruoli e protagonisti di questa vicenda con semplicità e chiarezza.

A proposito, ieri le grandi testate americane e inglesi hanno dedicato spazio e questa storia, hanno fornito con la stessa chiarezza di cui sopra numeri e dati di quest’opera pubblica che è anche una sfida economica ed ingegneristica. Sarà il ponte a campata unica sospeso più lungo del mondo (3,6km), costerà in euro 13,5 miliardi (sostanzialmente pubblici, quindi del governo), avrà tre corsie nei due sensi di marcia e una linea ferroviaria, avrà piloni maestosi in alto e in profondità per assicurare stabilità contro eventuali scosse sismiche e raffiche di vento anche fortissime. Creerà circa 100mila posti di lavoro.

Mentre il Sun snocciola questi numeri, un’ autorevole testata italiana, la Stampa in versione social, si concentra, a proposito di numeri, sui costi dei futuri pedaggi che sarebbero i più alti della rete autostradale italiana. Più che entrare nel merito, e facendo notare che è prematuro ora parlare di pedaggi e che non è che ora mettere la macchina su un traghetto tra Sicilia e Calabria vuol dire avere una pacca sulla spalla gratis e un bonus vacanze, quello che interessa qui è la visione.

Sempre polemica e sempre italiana, sempre divisa tra maggioranza e opposizione e tifosi mediatici al seguito. In una calda giornata di agosto, il 6 per precisione, il Cipess – acronimo che sta per Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile – ha dato il via libera definitivo al progetto, dopo anni di polemiche e di contestazioni durissime al progetto medesimo. Ci sta in democrazia, ma ci sta anche in democrazia che poi si riconosca, nella trasparenza, il superiore interesse nazionale.

Gli amici americani ce lo insegnano, giusto o sbagliato questo è il nostro Paese. Lo dicevano già alla fine del Settecento, noi nel XXI secolo ancora siamo qui a sostenere ciò che è giusto solo se ci riconosciamo nella parte politica che lo dice.

Invece io, all’americana, faccio concludere questa puntata della serie Il Ponte sullo Stretto, al protagonista principale, Salvini: quest’opera porterà lavoro, ricchezza, bellezza e farà risparmiare tonnellate di co2 nell’aria. Alle prossime puntate.

Immagine di Claudio Brachino

Claudio Brachino

Giornalista, saggista ed editorialista italiano. Laureato in Lettere, passione per il teatro, ha scritto con De Filippo e Michalkov. Poi 32 anni in Fininvest e Mediaset, dove è stato vicedirettore ed anchor di Studio aperto, due volte direttore di Videonews, la fabbrica dei format, direttore di Sport Mediaset e di Radio Montecarlo news. Inoltre, ha diretto per due anni il Settimanale, magazine cartaceo e web sulle Pmi, ha scritto per Il Tempo e Il Giornale, ora è editorialista del Multimediale di Italpress, opinionista tv per Rai e La7 e direttore editoriale di Good Morning Italy. Da poco ha firmato una collaborazione per lo sport del circuito Netweek.

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