Galeotta fu Pompei Lady Boccia e ministro Sangiuliano
Maria Rosaria Boccia, al centro delle polemiche che coinvolgono il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano

Galeotta fu Pompei

Il titolo più bello della stampa italiana sull’affaire Boccia che coinvolge il ministro della cultura Sangiuliano lo ha fatto Libero: Pareva fosse amore e invece …e invece era un calesse, come recita il celebre film di Troisi. Un calesse oltretutto pieno di veleni, immagini riprese di nascosto, ricatti più o meno velati, sputtanamenti sui social e in tv, documenti rivelati, rischio di reati come il peculato, rischio di violazione di informazioni riservate che riguardano il G7 della cultura che si deve tenere proprio a Pompei.

Perché proprio? Perché lady Boccia, la bella influencer che ha stregato il ministro da cui si aspettava un incarico formale nel suo staff, è proprio di Pompei. Un amore nato però più che sulla fascinazione della città sepolta dal Vesuvio (la forza di Eros su Thanatos, direbbe Freud), sul milieu politico affaristico tra la capitale e la Campania. La ragazza, insomma, non è una Cenerentola che viene dalla piccola borghesia e incontra l’uomo potente. Lui la incontra in una rete di rapporti. Ma quello che conta oggi sono due cose: all’amore, rivelato in un Tg della Rai (da cui Sangiuliano viene), non si comanda, ma sulle regole istituzionali bisogna essere rigidi.

Il ministro ha negato che anche un soldo pubblico sia finito in questa storia, ha presentato le dimissioni, respinte dalla Meloni, e si è confessato non da un parroco di campagna ma sul mainstream. Il premier tiene botta perché non vuole far entrare nella città del Governo il cavallo di Troia del rimpasto, ma che ne sarà del futuro, della reputazione, della credibilità di Genny, come lo chiamano gli amici e soprattutto i molti nemici.

Per ora è difficile prevederlo, fatto sta che i media affamati come non mai di gossip e cattiveria politica stanno setacciando ogni minima cosa intercorsa con Lady Pompei, addirittura soffermandosi sul tipo di occhiali usati per riprendere di nascosto le stanze sacre delle istituzioni più che denunciare il reato (grave) commesso. Abbiamo cominciato col cinema e finiamo col cinema, da Trosi a Bigarth: è la stampa bellezza…

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Claudio Brachino

Claudio Brachino è laureato in Lettere e filosofia presso la Sapienza - Università di Roma. È noto per la sua poliedrica carriera come autore, giornalista e direttore editoriale. Ha scritto opere teatrali e saggi, tra cui "La macchina da presa teatrale". Nel 1987, ha intrapreso la sua carriera giornalistica con il gruppo Fininvest, contribuendo al successo di programmi televisivi come "Verissimo" su Canale 5. Ha ricoperto ruoli chiave all'interno di Mediaset, dirigendo programmi di punta come "Studio Aperto" e "Mattino Cinque", oltre a essere stato direttore di Videonews. Attualmente è Direttore Editoriale di "Good Morning Italy, editorialista Italpress e commentatore politico Rai e La7.

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