In occasione del Fancy Food Show, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida fa il punto sulle prospettive dell’export italiano negli Stati Uniti. Dalla qualità dei prodotti alle strategie contro le imitazioni, passando per i rischi legati ai dazi.
Il settore agroalimentare può rafforzare i rapporti Italia-USA?
Sì, è certamente un canale strategico. E di questo abbiamo parlato con la Segretaria di Stato Brooke Rollins. I rapporti tra Italia e Stati Uniti sono solidi, e si basano non solo su scambi commerciali vivaci, ma hanno alla base valori condivisi. Quelle delle regole democratiche, della libertà. L’export agroalimentare ha toccato i 70 miliardi di euro nel 2024, di cui 8 miliardi solo verso gli Stati Uniti. Rafforzare le relazioni commerciali in campo agroalimentare è l’obiettivo che ci siamo posti per rafforzare i nostri rapporti e di conseguenza anche quelli con la Ue.
Come è andato l’incontro con la segretaria USA Brooke Rollins?
L’incontro è stato molto positivo e si è svolto in un clima di piena collaborazione e fiducia. Abbiamo affrontato i principali temi legati all’agricoltura e all’export, condividendo l’importanza di rafforzare la cooperazione commerciale. Per adesso i dazi sono oggetto di interlocuzione tra l’UE e l’amministrazione americana. Come Italia lavoriamo affinché si scongiuri una guerra commerciale perché non avvantaggerebbe nessuno. Il Made in Italy per noi italiani significa “fatto in Italia”, per gli altri è sinonimo di bellezza e bontà e i nostri partner lo sanno.
Qual è l’impatto dei dazi USA sull’agroalimentare italiano?
L’imposizione di dazi aggiuntivi non è una cosa che ci lascerebbe indifferenti, ma l’unicità dei nostri prodotti potrebbe portare a mitigare, se non annullare il loro impatto. La domanda di Made in Italy è alta e presenta vantaggi per entrambi. Per fare un esempio, il 62% del valore del Parmigiano venduto negli Stati Uniti rimane nella filiera americana, percentuale che sale al 78% per quanto riguarda l’aceto balsamico. Lavoriamo affinché non si distrugga valore, né per l’Italia, né per gli Stati Uniti.
Quanto contano eventi come il Fancy Food per il Made in Italy
Ogni occasione è utile per mostrare l’unicità e la qualità dei nostri prodotti, consolidare i mercati tradizionali e aprirne di nuovi. Il mercato statunitense è tra i più dinamici e il Fancy Food Show, dove la delegazione italiana è particolarmente numerosa, è uno degli eventi fieristici agroalimentari più importanti a livello mondiale. Speriamo che l’interesse rimanga alto anche in questa edizione.
Strategie per aumentare la diffusione del cibo italiano negli USA?
Il Sistema Italia punta sulla qualità dei cibi, sulla loro tracciabilità e sulla lotta alle imitazioni. Riconoscere con certezza il Made in Italy è essenziale, e per questo abbiamo introdotto la fascetta tricolore sulle bottiglie di vino. Da alcuni mesi, il tricolore rappresenta un elemento di immediata riconoscibilità. Sarà una garanzia in più per chi sceglie di acquistare italiano. Siamo al fianco dei produttori nella promozione delle nostre eccellenze. Il cibo è cultura, ed è il miglior ambasciatore del Made in Italy.
Qual è il prodotto con maggior potenziale di crescita?
Il prodotto con il maggior potenziale di crescita è il Made in Italy. Per noi, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di sbocco per le nostre eccellenze. Vino, pasta, olio e formaggi sono particolarmente apprezzati perché al loro consumo si associa non solo il gusto, ma anche benessere e uno stile di vita sano. Italia e Stati Uniti sono Paesi amici, e il Fancy Food Show è un’occasione per ricordarlo.