Da inizio marzo il prezzo all’ingrosso delle uova è diminuito in modo significativo negli Stati Uniti, dopo mesi di rialzi costanti che avevano contribuito a rendere il prodotto uno dei simboli dell’inflazione alimentare degli ultimi tempi. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell’Agricoltura, il costo di una dozzina di uova bianche di grandi dimensioni per i rivenditori si è abbassato a poco più di 4 dollari, rispetto agli oltre 8 dollari raggiunti alla fine di febbraio. Il calo, però, non si rifletterà immediatamente sugli scaffali dei supermercati, dove si stima che i prezzi al dettaglio resteranno alti almeno fino alla fine del mese.
La spiegazione è legata in parte alla durata di conservazione delle uova, che possono restare invendute fino a quattro settimane. «Alcuni supermercati potrebbero attendere di esaurire le scorte prima di abbassare i prezzi», ha spiegato Jeremy Horpedahl, professore associato di economia all’Università dell’Arkansas Centrale. Non è escluso, insomma, che alcune catene scelgano di mantenere i prezzi alti ancora per qualche settimana, soprattutto in assenza di una concorrenza diretta che le spinga ad agire diversamente.
Il forte aumento del prezzo delle uova negli ultimi mesi era stato causato da una combinazione di fattori. Il più rilevante è l’epidemia di influenza aviaria che, dal 2022, ha portato all’abbattimento di decine di milioni di galline ovaiole. Secondo l’associazione di categoria United Egg Producers, il settore ha perso oltre 40 milioni di capi nel 2024, di cui 31 milioni solo nei primi due mesi dell’anno. A questa crisi si sono aggiunti l’aumento dei costi di carburante, dei mangimi e degli imballaggi, conseguenze indirette della pandemia di coronavirus.
Nelle ultime settimane, però, la situazione sembra essere migliorata. A marzo non sono stati registrati nuovi focolai significativi di influenza aviaria, e l’offerta di uova è aumentata grazie al ritorno alla piena operatività di molti allevamenti. Secondo gli economisti, anche la domanda si è parzialmente ridotta rispetto ai picchi dei mesi scorsi, favorendo un riassestamento dei prezzi. «L’industria sta affrontando una crisi reale», ha detto David Anderson, professore di economia e business al Centre College in Kentucky. «Ma c’è anche chi potrebbe sfruttare questa situazione come copertura per mantenere artificialmente alti i prezzi».
La discesa dei prezzi, comunque, non sarà omogenea in tutti gli Stati Uniti. Secondo Horpedahl, le aree in cui esiste una forte concorrenza tra supermercati vedranno probabilmente un calo più rapido dei prezzi al dettaglio. Al contrario, nelle zone dominate da un’unica catena, i tempi potrebbero allungarsi. Molto dipenderà anche dalle strategie commerciali dei singoli rivenditori: alcuni potrebbero scegliere di abbassare i prezzi per attrarre clienti, altri potrebbero non avere alcun interesse a farlo prima di Pasqua, quando la domanda di uova aumenta tradizionalmente.
Intanto, il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine antitrust sulle pratiche dei principali produttori di uova. L’obiettivo è capire se abbiano condiviso informazioni sensibili su prezzi e forniture che potrebbero aver contribuito all’aumento dei prezzi al dettaglio negli ultimi mesi. L’inchiesta è ancora alle prime fasi, ma alcuni parlamentari e associazioni di consumatori chiedono da tempo una maggiore regolamentazione e trasparenza in un settore che, negli Stati Uniti, vale miliardi di dollari e ha un impatto diretto sulle abitudini alimentari di milioni di famiglie.
