Negli Stati Uniti la Maratona di New York è spesso citata come il punto di arrivo per chi corre su strada: un traguardo che unisce professionisti, appassionati e persone comuni dietro a migliaia di pettorali e cinque distretti attraversati. In 55 anni di storia, però, soltanto cinque italiani sono riusciti a tagliare il traguardo di Central Park da vincitori. Una statistica che restituisce la misura del livello competitivo della gara, oggi dominata da atleti africani ma che negli anni Ottanta vide tre successi consecutivi tricolore.
Il primo a imporsi fu Orlando Pizzolato, che nel 1984 chiuse in 2h14:53 e si ripeté l’anno successivo correndo in 2h11:34. Originario di Thiene, classe 1958, Pizzolato rimane l’unico italiano ad aver vinto due volte a New York. Il suo periodo di risultati internazionali include anche l’argento agli Europei di Stoccarda nel 1986. Proprio nel 1986 arrivò un’altra vittoria italiana, quella di Gianni Poli, che concluse in 2h11:06 davanti all’australiano Robert De Castella e allo stesso Pizzolato, terzo per la terza edizione consecutiva.
La quarta affermazione italiana risale al 1996, con Giacomo Leone che completò la prova in 2h09:54, battendo di 15 secondi l’etiope Tumo Turbo. Fu l’ultimo successo maschile europeo nella corsa: dagli anni Duemila la disciplina è cambiata radicalmente, con atleti keniani ed etiopi protagonisti nelle principali maratone internazionali grazie a sistemi di allenamento e selezione sempre più strutturati.
Tra le donne, una sola atleta italiana ha vinto a New York: la romana Franca Fiacconi, nel 1998, con il tempo di 2h25:17. La sua vittoria arrivò in una fase in cui il movimento italiano della maratona femminile aveva visibilità internazionale e risultati costanti nelle principali competizioni.
All’elenco si aggiunge anche una vittoria nella categoria riservata agli atleti in carrozzina: nel 2001 Francesca Porcellato, undici medaglie paralimpiche in carriera, si impose nella seconda edizione della gara dedicata a questa divisione. Da allora nessun atleta italiano ha più primeggiato nella manifestazione.
 
								 
								 
								 
											 
				




 
								