L’imperdibile Christmas City a 90 minuti da New York

Una città della Pennsylvania che da quasi un secolo usa il proprio nome, le tradizioni morave e una vecchia campagna degli anni Trenta per proporsi come una delle mete natalizie più riconoscibili della East Coast

Ogni inverno negli Stati Uniti c’è almeno una città che diventa sinonimo di festività, al punto da essere riconosciuta quasi più per il periodo natalizio che per la sua storia ordinaria. Tra queste, Bethlehem, in Pennsylvania, è una delle località statunitensi più associate al Natale. Si trova a circa un’ora e mezza da New York City ed è nota per le iniziative che ogni dicembre attirano residenti e visitatori interessati alle tradizioni natalizie statunitensi. La città, fondata nel Settecento da una comunità di coloni moravi, ha costruito nel tempo una reputazione legata in modo stabile alle celebrazioni di fine anno.

L’origine di questa associazione risale al 1741, quando il conte Nicolaus von Zinzendorf scelse il nome del nuovo insediamento riferendosi al Natale, secondo un racconto tramandato dalla comunità morava: negli Stati Uniti sono molte le città che devono il proprio nome a scelte simboliche fatte secoli fa, ma poche hanno mantenuto nel tempo un legame così diretto con l’immaginario da cui provengono. Bethlehem è una di queste: si chiama come la Betlemme della tradizione cristiana per decisione dei coloni moravi che fondarono l’insediamento nel Settecento, e oggi continua a essere associata al Natale più di qualunque altra località del paese.

Nei decenni successivi, alcune pratiche festive adottate dai coloni — come l’albero decorato documentato nel 1747 — contribuirono a consolidare questa identità. Solo negli anni Trenta del Novecento, però, Bethlehem adottò ufficialmente il titolo di “Christmas City USA”, nell’ambito di una campagna di promozione avviata dalla locale Camera di Commercio durante la Grande Depressione. Tra gli elementi più riconoscibili introdotti in quel periodo c’è la Star of Bethlehem, una struttura luminosa di circa 27 metri montata sul South Mountain dal 1937. La stella viene acceso ogni anno da allora, e rappresenta uno dei simboli più visibili della città nel periodo natalizio.

Oggi gran parte delle attività che rendono Bethlehem una meta stagionale ruota attorno ai mercati e alle iniziative che si svolgono tra metà novembre e dicembre. Il Christkindlmarkt, allestito nell’area degli ex impianti siderurgici della Bethlehem Steel, è un mercato ispirato alla tradizione tedesca che riunisce artigiani, produttori e stand enogastronomici. Nei pressi del centro storico si tiene invece il Christmas City Village, con piccole strutture in legno dedicate a prodotti locali e oggetti natalizi.

Accanto ai mercati sono previste attività organizzate da istituzioni culturali e associazioni locali. Tra queste c’è il Live Advent Calendar, ospitato nella Goundie House, che ogni sera dal 1° al 23 dicembre presenta al pubblico un breve evento o una distribuzione di piccoli omaggi. L’ente turistico cittadino promuove anche visite guidate, tour con lanterne, percorsi in carrozza e appuntamenti dedicati alla storia morava, incluso il Moravian Book Shop, una libreria attiva dal 1745. Nella stessa area si tengono tour tematici per adulti e attività per famiglie, come il PEEPSFEST, dedicato al noto marchio di dolci prodotti localmente.

Attorno alla città ci sono anche iniziative organizzate da strutture vicine, come il Lehigh Valley Zoo, che propone un percorso luminoso durante l’inverno con installazioni e decorazioni stagionali. Un altro punto di interesse è lo Historic Hotel Bethlehem, che realizza allestimenti interni particolarmente estesi nel periodo festivo.

Bethlehem è raggiungibile da New York City in circa 90 minuti di auto. Sono disponibili anche alcune corse in autobus operate da NJ Transit e Trailways, utilizzate soprattutto nei fine settimana e durante le festività.

Immagine di Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. È autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! e caporedattore per IlNewyorkese. Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

Condividi questo articolo sui Social

Facebook
WhatsApp
LinkedIn
Twitter

Post Correlati

Ritorna il camping di lusso Governors Island

Se stai cercando una fuga perfetta dalla frenesia della città senza allontanarti troppo, Governors Island potrebbe essere la tua destinazione ideale. E se desideri trasformare questa breve fuga in un’esperienza indimenticabile, Collective Retreats è pronto ad accoglierti con le sue

Leggi Tutto »
Torna in alto