Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo. E’ il celebre incipit di Anna Karenina di Tolstoj e noi giornalisti lo abusiamo ogni volta che si può.
Anche per parlare delle elezioni politiche tedesche che si sono appena tenute, del loro significato interno ma anche europeo e geopolitico globale, soprattutto in relazione alla tumultuosa era Trump appena ri-iniziata.
E’ dal voto europeo del giugno del 2024 che parliamo di una sorta di febbre che tormenta le democrazie del continente: l’avanzata più o meno ovunque delle destre. Usiamo il plurale perché le sfaccettature sono diverse nei vari paesi e diverse sono le famiglie politiche in cui gli eletti sono finiti, una frammentazione che non ha impedito la formazione del secondo governo Von Der Lyen a sostanziale trazione centro-sinistra. Ma il sintomo rimane.
Rovesciando l’ incipit di Tolstoj, potremmo dire che l’infelicità europea ha dei tratti comuni, cittadini più poveri, più arrabbiati, spaventati dalle guerre, dal futuro e dall’immigrazione selvaggia. Tradotto, bocciatura del primo governo Von Der Lyen su Green deal, politica estera e gestione complessiva dei migranti.
In Germania il volto della destra radicale è quello di Alice Weidel che ha portato AfD ( Alternativa per la Germania) dal 10,4% del 2021 al 20,7 di ieri, secondo partito dietro la vincente Cdu di Merz, il futuro cancelliere. Politicamente tutto come previsto, il successo di un movimento considerato estremo (anche se la Weidel ha bollato il nazionalsocialismo hitleriano come forma di comunismo) sarà contenuto dall’alleanza degli altri partiti, una sorta di Grosse coalition, vedremo chi precisamente ci sarà, che impedirà di fatto alla cattiva Alice di governare.
C’è anche chi dice che gli endorsment a favore di AfD del braccio visionario di Trump, Musk, e di quello istituzionale, il Vicepresidente Vance, abbiano favorito una sorta di reazione popolare, e l’affluenza dell’84%, in controtendenza con il dilagante astensionismo occidentale, è li a testimoniarlo.
Ma il sintomo rimane. L’infelicità tedesca, con un’ex Germania dell’est che si sente quasi danneggiata dalla libertà, si specchia nell’infelicità europea di fronte alle non risposte sui grandi temi del nostro Tempo. Un’infelicità che Trump ha solo messo in evidenza come in una drammatica seduta da un ipnotista senza pietà.