Da Mercoledì, su ordine esecutivo firmato da Donald Trump, l’ufficio di gestione del personale degli Stati Uniti (OPM), che tra le altre cose si occupa delle risorse umane all’interno degli organi di governo, ha richiesto attraverso una nota inviata a tutti gli uffici e lei agenzie governative il congedo immediato di tutti i funzionari impiegati nel cosiddetto “D.E.I.” (Diversity, Equity and Inclusion, il settore che si occupa di promuovere inclusione, diversità e rispetto dell’uguaglianza nel governo federale.
I lavoratori D.E.I. saranno sottoposti al congedo retribuito intanto che, entro il 31 gennaio come richiesto dall’OPM, venga pianificata la riduzione del personale impegnato – il che non lascia bene intendere se il personale verrà effettivamente reimpiegato in altri settori o se si tratta di un temporaneo “stop” al D.E.I. che potrebbe poi riprendere le sue attività a quel punto depotenziato.
Nella nota dell’OPM è stata anche chiesta la chiusura di siti e profili social relativi alle attività del D.E.I. ed è stato chiesto ai funzionari di segnalare «qualsiasi tentativo» atto a portare avanti i programmi e le iniziative D.E.I. di nascosto. Trump ha anche minacciato conseguenze per chi, entro dieci giorni da quando viene a conoscenza dei fatti, non denunci i lavoratori che continuano a portare avanti le iniziative.
All’interno dell’ordine esecutivo di Trump è stato chiesto di redigere entro quattro mesi un documento di raccomandazioni per interrompere i programmi D.E.I. anche nel settore privato – cosa che alcune aziende, come Meta e McDonald’s, hanno già iniziato a fare per venire incontro alla nuova amministrazione.
Non tutto il settore privato, comunque, è particolarmente interessato ad aderire alla nuova linea politico-sociale lanciata dal governo entrante. Costco, la seconda catena di supermercati più grande al mondo, ha fatto sapere attraverso il proprio consiglio di amministrazione di non essere disposta a ridurre gli investimenti sui programmi di inclusione: «Queste iniziative ricompensano gli azionisti e migliorano la nostra capacità di attrarre e trattenere dipendenti», ha dichiarato la società. Dello stesso avviso sono state anche Apple, l’azienda produttrice di iPhone, iPad e tutti i prodotti con la “i” davanti, e JPMorgan Chase, multinazionale statunitense di servizi finanziari, che attraverso il suo AD Jamie Dimon ha dichiarato di non voler arretrare «sui nostri sforzi per la diversità»
Tra le altre cose, Trump ha soppresso anche il riconoscimento delle identità di genere diverse da quelle maschili e femminili negli uffici governativi: i dipendenti e i funzionari non verranno più riconosciuti, dunque, in base ai cromosomi, come viene scientificamente determinato il sesso, ma in base alla presenza di spermatozoi o ovuli al momento della nascita. Allo stesso modo, è stato anche revocato l’obbligo di riferirsi alle persone transessuali con i pronomi relativi al genere verso cui hanno fatto la transizione, così come l’utilizzo dei pronomi “they/them” (intraducibile in italiano) verso chi non si riconosce in nessuno dei due generi (cosiddetti non binari).