Agosto 2023, dozzine di migranti aspettando di poter entrare al Roosevelt Hotel

Nei rifugi di New York non c’è l’aria condizionata ed è un bel problema

Nonostante il caldo opprimente, il sindaco Eric Adams ha suggerito ai residenti di adattarsi, sottolineando che molti newyorkesi vivono senza aria condizionata.

A New York sono migliaia le famiglie con bambini che vivono nei rifugi per migranti messi a disposizione dalla città. Eric Adams ha recentemente stimato che la città spende circa 382$ al giorno per ognuna delle 25,600 famiglie assegnate ai rifugi. Si tratta di circa 57,300 migranti, nel segno dell’accoglienza che è da sempre stata caratteristica di New York. Ma con l’ondata di caldo che ha colpito la metropoli negli ultimi giorni, sta sorgendo un problema da non sottovalutare: la maggior parte dei rifugi per migranti non hanno l’aria condizionata.

Alcuni rifugi sono stati ricavati da ex-hotel completamente climatizzati, ma spesso ospitano famiglie di migranti appena arrivati. Il problema, invece, è particolarmente evidente nei rifugi per senzatetto, come l’Hamilton Family Residence di Upper Manhattan, dove i residenti sono sottoposti a temperature insopportabili a causa della mancanza di condizionatori d’aria. Questo perché si tratta di edifici particolarmente vecchi che non prevedevano l’installazione dei condizionatori.

Nonostante il caldo opprimente, il sindaco Eric Adams, martedì, ha suggerito ai residenti di adattarsi, sottolineando che molti newyorkesi vivono senza aria condizionata. Lo stesso Eric Adams che lunedì, riferendosi ai newyorkesi, ricordava la letalità dell’ondata di calore.

Molte famiglie, però, vivono in condizioni difficili: c’è chi descrive situazioni insostenibili fatte di sudore e disagio quotidiani. E anche dopo aver cercato soluzioni temporanee, come coprire le finestre con coperte, trovare sollievo non è semplice.

Tendenzialmente, l’amministrazione consente l’installazione di condizionatori solo se accompagnati da un certificato medico che ne stabilisce l’assoluta necessità. Molti utenti, però, lamentano il fatto che tali certificati non vengono considerati nemmeno di fronte a condizioni mediche serie come l’asma.

Le linee guida statali, comunque, durante le ondate di caldo, richiedono ai gestori dei rifugi di fornire ventilatori e informazioni sui centri di raffreddamento più vicini, se disponibili.

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