Le uova venete in soccorso all’America

Alcune aziende venete hanno raccontato di essere state contattate per inviare scorte d'emergenza in America, a causa della grave crisi che ha colpito il settore

Negli ultimi dieci giorni, alcuni produttori di uova del Veneto hanno ricevuto richieste dagli Stati Uniti per esportare parte della loro produzione. Negli Stati Uniti la diffusione dell’influenza aviaria ha causato un drastico calo delle scorte e un forte aumento dei prezzi: una dozzina di uova è arrivata a costare più di 8 dollari, quasi il 60 per cento in più rispetto alla fine del 2024.

Il Veneto è la regione italiana con la maggiore produzione di uova, circa 2 miliardi all’anno, pari al 26 per cento del totale nazionale. Le richieste degli importatori americani e delle ambasciate statunitensi arrivano in un momento delicato, in vista delle festività pasquali, che coincidono con un aumento stagionale della domanda. Secondo Michele Barbetta, allevatore padovano e presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto, intervistato da Il Post, le aziende italiane non hanno margini per soddisfare il fabbisogno americano. «Pure noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento», ha spiegato.

L’Italia ha subito le conseguenze dell’influenza aviaria già dall’autunno scorso, con l’abbattimento di 4 milioni di galline ovaiole su un totale di 41 milioni di capi. La maggior parte delle perdite si è registrata negli allevamenti del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. Secondo le stime, la produzione nazionale è diminuita di circa 1,4 miliardi di uova su 14 miliardi complessivi.

Una disponibilità limitata che però non esclude del tutto la possibilità di accordi. Gian Luca Bagnara, presidente nazionale di Assoavi, ha detto che «potremmo avere sei mesi di extra produzione», compatibilmente con l’andamento della domanda interna. Per Bagnara, l’apertura verso il mercato americano potrebbe avere anche un risvolto politico, in un momento in cui gli Stati Uniti mantengono dazi e restrizioni su alcune importazioni europee.

Sulle stesse posizioni si è espresso l’assessore regionale all’Agricoltura del Veneto, Federico Caner. «Gli Stati Uniti si ricordino che il mercato è mondiale e senza confini e questa ne è l’ennesima dimostrazione», ha dichiarato, sottolineando che la crisi potrebbe essere un’occasione per rinegoziare alcune regole commerciali.

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