Il ritorno economico del tour mondiale della Vespucci, e la prossima tappa a New York

Un viaggio lungo due anni, cinque continenti e oltre un milione di visitatori, che ha generato più di tre miliardi di euro e che nel 2026 porterà la nave scuola italiana negli Stati Uniti

Il viaggio della nave scuola Amerigo Vespucci, iniziato nel 2023 a Genova e concluso lo scorso giugno, è stato presentato oggi a Roma come un progetto senza precedenti per portata e risultati. In due anni ha attraversato cinque continenti, sostato in 53 porti e raggiunto oltre un milione di visitatori, generando secondo le stime un impatto economico superiore ai tre miliardi di euro. Dati che hanno spinto il ministro della Difesa Guido Crosetto ad annunciare la prossima tappa simbolica: New York, nel 2026, in occasione dei 250 anni della Marina statunitense.

Il legame tra la nave e la città americana non è casuale. Negli Stati Uniti, la Vespucci era già approdata in passato come ambasciatrice dell’Italia, ma la prossima visita sarà accompagnata da una nuova versione del “Villaggio Italia”, pensata sul modello dei padiglioni espositivi internazionali. Un’iniziativa che durerà diverse settimane e che punterà a raccontare la varietà della cultura e dell’economia italiana, con una formula di promozione itinerante mai tentata su questa scala.

I risultati economici del tour, elaborati da Interbrand e da un gruppo di ricerca guidato da Confindustria e Sapienza, hanno quantificato il ritorno dell’investimento con un rapporto di quasi 63 volte superiore alla spesa iniziale. L’iniziativa ha coinvolto direttamente più di mille lavoratori italiani e oltre trecento aziende, creando undicimila nuovi posti di lavoro. Anche l’export ha beneficiato del progetto, con una stima di quasi mezzo miliardo di euro di incremento attribuibile all’esperienza del veliero.

Il Vespucci è entrato in servizio nel 1931 ed è tuttora considerata una delle più eleganti navi a vela esistenti, costruita come strumento formativo per gli ufficiali della Marina ma presto diventata simbolo del Paese. Durante il Novecento le sue crociere istruttive si limitarono soprattutto al Mediterraneo e all’Atlantico, mentre negli ultimi decenni è stato progressivamente utilizzato come veicolo diplomatico e culturale.

Negli Stati Uniti, la Vespucci è ricordata anche per un episodio entrato nella memoria collettiva della marineria. Nel 1962, al largo di Newport, l’incrociatore statunitense USS Independence la incrociò in mare e, riconoscendone l’eleganza, trasmise via radio un messaggio che da allora accompagna la nave: «You are the most beautiful ship in the world». L’appellativo è rimasto e viene spesso ricordato a ogni approdo.

Anche in tempi recenti la definizione si è ripetuta, con la portaerei americana USS George H.W. Bush che, incontrando il Vespucci in mare e dopo essersi accertato fosse la stessa nave incontrata nel 1962 dall’USS Independence, comunicò che «After 60 years, you are still the most beautiful ship in the world». Il riconoscimento ha consolidato l’aura della nave, rendendola un riferimento immaginario che unisce il prestigio tecnico della cantieristica italiana con un valore evocativo che supera i confini militari.

Alla conferenza stampa al Parco archeologico del Colosseo, Crosetto ha definito il progetto un nuovo modello di promozione nazionale. Accanto a lui diversi ministri e rappresentanti della Difesa hanno sottolineato il ruolo del Vespucci come “brand Italia” da valorizzare stabilmente. Per il governo, la nave non è più soltanto una scuola galleggiante, ma uno strumento con cui costruire consenso internazionale e rafforzare l’immagine del Paese. E allora, la nave che un ufficiale americano definì sessant’anni fa «la più bella del mondo» tornerà a New York come ambasciatrice del Made in Italy, con un bagaglio di storia che continua ad alimentarne il mito.

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