Oltre all’innalzamento del livello del mare e ai cambiamenti climatici, le città costiere affrontano un pericolo crescente derivante dal cedimento del terreno. A New York City, il suolo sprofonda di 1-2 millimetri all’anno a causa della pressione esercitata dall’enorme massa di edifici, infrastrutture e dalla popolazione di oltre 8,5 milioni di persone.
Uno studio condotto da entità come il United States Geological Survey (USGS), riportato dalla Bbc, rivela che sulla superficie di 777 km2 di New York City pesano 762 milioni di tonnellate di cemento, vetro e acciaio solo dagli edifici. Questo fenomeno si aggiunge all’innalzamento del livello del mare di 3-4 mm all’anno, creando problemi significativi per la metropoli americana nel corso degli anni.
Mentre la subsidenza non è nuova per New York, il fenomeno evidenzia una problematica globale che coinvolge altre città costiere. Nel 2020, la massa di oggetti fabbricati dall’uomo ha superato quella della biomassa vivente a livello mondiale. Città come Jakarta, Manila e altre stanno affondando più rapidamente a causa dell’azione combinata di subsidenza e innalzamento del livello del mare.
Steven D’Hondt, professore di oceanografia all’Università del Rhode Island, avverte che alcune città costiere stanno affondando a un ritmo superiore rispetto all’aumento del livello del mare, suggerendo la necessità di affrontare la subsidenza in modo più sostenibile. Le soluzioni proposte includono la scelta di posizionare edifici più grandi su basi rocciose solide e la riduzione del prelievo delle acque sotterranee.
Tuttavia, la crescente urbanizzazione e la pressione antropica richiedono un approccio olistico per evitare la perdita di infrastrutture e capacità economiche nelle città costiere nel prossimo futuro. Gli sforzi di adattamento comprendono la costruzione di dighe, stazioni di pompaggio e misure sociali, ma è essenziale un cambiamento radicale per garantire la sostenibilità delle città costiere di fronte a queste sfide.
