Tesla sta vivendo un momento complicato: dopo oltre quindici anni passati a imporsi come azienda leader delle auto elettriche nel mondo, l’immagine del marchio appare in caduta libera, soprattutto a causa delle recenti iniziative del suo amministratore delegato, Elon Musk. Il miliardario sudafricano è finito al centro di dure polemiche per le sue scelte politiche, tra cui il sostegno al partito tedesco di estrema destra AfD, e per aver licenziato figure di alto livello nella pubblica amministrazione americana, alimentando un crescente malcontento nei confronti dell’azienda.
A testimoniare questa crisi non ci sono solo dati economici, con le immatricolazioni Tesla che in Germania hanno segnato un -76% nell’ultimo mese, o il calo delle vendite in California dell’8% nel quarto trimestre 2024, ma anche segnali evidenti provenienti dalle strade americane. Negli ultimi giorni, infatti, hanno iniziato a circolare sui social numerose immagini che mostrano auto Tesla modificate ironicamente dai proprietari nel tentativo di dissociarsi dal marchio: emblematici i casi di vetture che riportano sul retro stemmi di altri brand come Honda, Audi, Mazda e addirittura Toyota.




La fantasia dei proprietari Tesla ha preso forme bizzarre: una Model 3 bianca fotografata nello Stato di Washington esibisce un logo Honda Civic al posto di quello originale, mentre un’altra vettura nera, sempre vicino Seattle, mostra con orgoglio loghi e scritte Mazda, inclusa la famosa tecnologia «Skyactiv», come fosse una berlina giapponese qualsiasi. C’è chi si è spinto anche oltre, come il proprietario di una Tesla Model 3 bianca che ha applicato sulla vettura l’intero set di stemmi Audi A5, rendendo il travestimento estremamente convincente.
Tra i casi più estremi e sorprendenti c’è quello di un Cybertruck, l’iconico e discusso pick-up elettrico di Tesla, fotografato nel New Jersey con un gigantesco logo Toyota sulla parte posteriore. Questa ondata ironica e provocatoria di trasformazioni estetiche riflette la crescente insofferenza di molti consumatori, che cercano così di prendere simbolicamente le distanze da Elon Musk e dalle sue sempre più controverse attività pubbliche e politiche.
In parallelo, sono aumentati anche i casi di vandalismo e le proteste organizzate contro la società. A Boston, alcune stazioni Supercharger Tesla sono state incendiate, mentre a Portland uno showroom è stato bersaglio di colpi di arma da fuoco. Tutto questo dimostra quanto rapidamente una solida reputazione aziendale, costruita in anni di lavoro, possa deteriorarsi se la figura simbolo del brand assume comportamenti divisivi. Musk, ora più che mai, è chiamato a invertire una tendenza che rischia di compromettere definitivamente la fiducia accumulata dal marchio Tesla.