A Newton, sobborgo residenziale a ovest di Boston, una semplice striscia dipinta sull’asfalto è diventata il simbolo di una contesa tra passato e presente. Per quasi un secolo, una linea rossa, bianca e verde correva lungo il centro di Adams Street, richiamo inequivocabile all’eredità italoamericana del quartiere di Nonantum. È sparita all’improvviso lo scorso giugno, sostituita da una più anonima — e regolamentare — linea gialla riflettente. La decisione dell’amministrazione comunale ha provocato proteste e polemiche, ma soprattutto ha fatto emergere tensioni latenti tra chi vive quel quartiere come un baluardo identitario e chi lo governa con criteri più uniformi e tecnocratici.
L’intervento è stato giustificato con motivi di sicurezza: secondo uno studio citato dalla sindaca Ruthanne Fuller, Adams Street presentava un tasso di incidenti superiore alla media e necessitava di una segnaletica conforme agli standard federali. La striscia tricolore, secondo questa lettura, era un’eccezione non più sostenibile. Tuttavia, la sostituzione è avvenuta pochi giorni prima dell’inizio della festa della Madonna del Carmine, momento centrale per la comunità di origine italiana, alimentando l’impressione che si trattasse più di una presa di distanza culturale che di una questione tecnica.
Nonantum è uno dei tredici quartieri ufficiali di Newton, noto anche con il soprannome di “The Lake” per via della sua vicinanza a un ex bacino idrico. Storicamente, è stato un punto di approdo per diverse ondate migratorie: irlandesi e franco-canadesi nel XIX secolo, poi italiani ed ebrei a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento. Per gran parte del Novecento è rimasto un quartiere operaio, fatto di case basse, giardini curati e famiglie che si tramandavano immobili, mestieri e rituali. Anche quando il resto di Newton è diventato uno dei sobborghi più ricchi del Massachusetts, Nonantum ha mantenuto una certa compattezza sociale e culturale.
La festa della Madonna del Carmine, organizzata dalla St. Mary of Carmen Society, esiste dal 1935 e si svolge ogni luglio. Prevede processioni religiose con statue e candele, musica dal vivo, bancarelle e momenti conviviali. Non è solo un evento spirituale o folcloristico, ma un’occasione per riaffermare l’identità collettiva di una comunità che si sente sempre più marginalizzata. Qui, la linea tricolore sull’asfalto aveva assunto negli anni un valore simbolico che andava ben oltre il semplice richiamo alla bandiera italiana.
Il malcontento non si è limitato ai social o alle dichiarazioni pubbliche: nella notte prima dell’inizio del festival, alcuni residenti sono tornati in strada armati di rulli e vernice per ridipingere abusivamente segmenti della linea tricolore sopra la nuova segnaletica gialla. Un gesto illegale, che ha portato all’arresto di almeno una persona, ma che molti nel quartiere hanno letto come un atto di difesa civica. «È diventata una forma di ribellione», ha detto uno dei partecipanti. Altri, come il residente Jordan Wagner, hanno partecipato spinti più da un senso di solidarietà tra minoranze che da appartenenza etnica diretta.

A Newton come altrove, l’avanzare della gentrificazione sta modificando l’aspetto e il tessuto sociale dei quartieri storici. Il caso di Nonantum è solo l’ultimo di una serie di episodi in cui la percezione di un’identità in pericolo ha generato conflitti pubblici, spesso legati a simboli apparentemente secondari: una statua, una festività, una linea sull’asfalto. Il comune, dal canto suo, ha ribadito di aver consultato gli organizzatori del festival per mesi e di aver offerto un compromesso: dipingere la striscia tricolore lateralmente alla linea gialla. Ma la proposta non ha convinto.
La storia si è chiusa — almeno per ora — con la sindaca Fuller che ha promesso di ripristinare la segnaletica gialla ufficiale, e con una strada che, a distanza di settimane, porta ancora addosso le tracce della vernice verde passata da mani non autorizzate. In mezzo, una comunità che si è sentita poco ascoltata e ha cercato una risposta diretta, anche a costo di sfidare la legalità. Il significato di quei tre colori sull’asfalto, per molti, non ha più solo a che fare con l’Italia, ma con la memoria, l’appartenenza e la persistenza di un’identità locale che resiste al presente.