Mentre le fiamme devastano l’area di Los Angeles, oltre 900 detenuti sono a lavoro in prima linea per contenere il fuoco e limitare i danni. Armati di strumenti basilari, questi uomini e donne affrontano giornalmente un lavoro pericoloso che fornisce un supporto fondamentale alle squadre antincendio a corto di personale. Si tratta di una pratica radicata da decenni in California ma che solleva non poche critiche, soprattutto per le condizioni economiche e le prospettive post-incarcerazione riservate ai partecipanti al programma, riemerso nel dibattito pubblico in questi giorni di emergenza.
Il programma delle carceri della California, attivo da oltre un secolo, prevede che i detenuti siano impiegati durante le emergenze legate agli incendi per creare linee di contenimento e rimuovere materiale infiammabile. Per farlo vengono addestrati quattro giorni in un aula e sul campo e la partecipazione al programma, diversamente da altri casi, è del tutto volontaria. In cambio, ricevono un massimo di 10,24 dollari al giorno e un dollaro aggiuntivo per ogni ora di lavoro in emergenza. Diversi attivisti, nel corso degli anni, hanno sottolineato come si tratti di una paga significativamente inferiore al salario minimo statale di 16,50 dollari l’ora e incomparabile con lo stipendio dei vigili del fuoco regolari, che può superare gli 85.000 dollari l’anno.
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Acquista su AmazonOltre alla paga, ai detenuti vengono offerti crediti di tempo: ogni giorno di lavoro in un incendio comporta la riduzione di due giorni dalla pena. Questo incentivo, però, è visto da alcuni come una forma di pressione psicologica. Un detenuto, intervistato dall’American Civil Liberties Union (ACLU), ha paragonato questa promessa di libertà a una “carota attaccata a un bastone,” spingendo molti a rischiare la vita pur di vedere ridotta la propria condanna.
Le condizioni di partecipazione al programma sono rigorose: i detenuti devono avere una fedina penale relativamente pulita, senza precedenti per reati sessuali, incendi dolosi o tentativi di fuga. Inoltre, devono dimostrare di essere fisicamente e mentalmente idonei per affrontare un lavoro che, secondo i dati, ha causato quattro morti e oltre 1.000 feriti tra i detenuti che vi hanno partecipato negli ultimi cinque anni.
Il programma viene descritto come una forma di riabilitazione, ma la realtà post-incarcerazione può essere diversa. Sebbene una legge del 2020 firmata dal governatore Gavin Newsom consenta a chi ha lavorato come vigile del fuoco durante la detenzione di richiedere la cancellazione dei propri precedenti penali, molti ex detenuti non riescono a superare gli ostacoli burocratici e a trovare un impiego stabile nel settore. Le prospettive di reinserimento lavorativo, quindi, rimangono incerte per la maggior parte di loro.