New York ospita la mostra di Michelangelo Pistoletto

L’evento, organizzato in collaborazione con Galleria Continua, offre una panoramica su lavori dell’artista, divisi in storici, recenti e inediti

Nell’elegante atmosfera dell’Upper East Side di Manhattan, a New York, la galleria Lévy Gorvy Dayan presenta una mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto, uno degli artisti italiani più conosciuti nel mondo che è riuscito a rivoluzionare le attitudini del linguaggio dell’arte e ad abbattere barriere tra le discipline.

L’evento, organizzato in collaborazione con Galleria Continua, offre una panoramica su lavori dell’artista, divisi in storici, recenti e inediti, riproponendo così le ragioni fondative di una visione estetica e concettuale che va dagli anni Sessanta a oggi.

Attivo artisticamente fin dal primo dopoguerra, Michelangelo Pistoletto nasce nel 1933 a Biella. Le radici della sua ricerca sono nelle sue immagini dipinte su carta velina e applicate su lastre di acciaio specchiato (1961-62) che hanno scalato le classifiche del mercato dell’arte internazionale.

IMAGES Courtesy © by Lévy Gorvy Dayan

Nel 1999, attraverso la Fondazione Cittadellarte, costruita in un’ex manifattura di Biella, ha posto le basi per creare una struttura multiculturale e plurisettoriale che, come uno specchio, riflette l’esistente, per contribuire a produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso l’immaginazione.

Intitolata “To Step Beyond”, la mostra newyorkese si prefigura come un viaggio che evoca i temi della percezione, del tempo, della memoria, della fenomenologia cosmica e speculare con cui l’artista si confronta da sempre: «Se l’arte è lo specchio della vita, allora io sono creatore di specchi».

Negli spazi della galleria il dipinto su alluminio e tela “Uomo grigio di schiena” (1961) o la serigrafia su acciaio “Attesa n.1” (1973) dialogano perfettamente con i recenti quadri specchianti “QR Code Possession” (2023) e con l’installazione immersiva “Color and Light” creata appositamente per la mostra. Una continuità perturbante, ricca di variazioni, mutamenti di scala e rievocazioni, dove lo specchio, simbolo e anti-simbolo di (in)certezze, identità, unicità e unità, resta fondamentale nella ricerca e nel repertorio oggettuale di Pistoletto.

L’esposizione che terminerà il 29 marzo 2025 sarà per tutti un’occasione per approfondire la complessità di un artista che, sin dagli inizi, ha trovato il modo di rendere accessibili a tutti le fragili profondità del vivere sociale.

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Francesca Londino

Cultural manager e direttrice creativa con un’expertise maturata negli ambiti dell'arte, dell’editoria e del design culturale. Ha curato eventi espositivi per enti pubblici su attività di consulenza, sviluppo e gestione a bandi di finanziamento europei o nazionali. Ha pubblicato interventi, prefazioni e saggi in libri e cataloghi. Ossessionata da sempre dalla cultura visiva, la sua attenzione è rivolta principalmente alle nuove tendenze delle arti figurative. Vive tra Cosenza e Roma ma si sposta ovunque la portino i progetti lavorativi.

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