Los Angeles si prepara al quarto giorno di fiamme

Le proporzioni dell'incendio hanno raggiunto numeri record, con il più grande, quello di Pacific Palisades, che ha raggiunto un'estensione superiore all'intera Manhattan

A Los Angeles ci si appresta a combattere contro le fiamme per il quarto giorno di fila: è da martedì che diversi incendi, ancora fuori controllo, bruciano ettari di terreno e migliaia tra edifici e veicoli. La situazione a Pacific Palisades, l’area colpita dal primo incendio, il più grande tra quelli scoppiati fino ad ora, è critica. I vigili del fuoco faticano ad arginare le fiamme ed il conteggio dei danni è stimato in almeno 5.000 edifici andati distrutti tra case e negozi. I due principali incendi, quello di Pacific Palisades e l’incendio Eaton, sono già considerati i più devastanti della storia della città.

A complicare la situazione, resa già critica dai forti venti tipici della zona e dalla scarsa umidità che alimenta le fiamme, è arrivata anche la scarsità di acqua a disposizione dei vigli del fuoco: intorno alla mezzanotte di ieri gli idranti delle zone colpite sono rimasti completamente senza acqua, prosciugati dai prolungati interventi necessari. Questo ha avuto conseguenze disastrose, con diversi abitanti delle zone che hanno assistito impotenti alla devastazione delle loro abitazioni.

Interi quartieri sono andati distrutti ed il bilancio indica almeno 180mila persona sfollate ed una quota di vittima che ha raggiunto le 10 unità, anche se il bilancio è destinato a salire. Tutte le scuole della città resteranno chiuse nella giornata di venerdì a causa del fumo che rende invivibile diverse zone della città. Intanto, i vigili del fuoco hanno fatto sapere che l’incendio scoppiato nella zona delle Hollywood Hills è stato domato e le persone che abitavano la zona sono potute rientrare nelle proprie case.

Resta però il problema dell’acqua: il sistema idrico cittadino non era preparato a gestire incendi di tale portata e questo si interseca col problema cronico dell’approvvigionamento idrico californiano. A tal proposito, Donald Trump ha criticato duramente la mancanza di acqua durante l’emergenza, definendo il governatore della California Gavin Newsom «incompetente». Ma le cose non stanno propriamente così. La stessa amministrazione Trump, durante il suo mandato concluso nel 2020, si trovò ad affrontare la questione, che vede contrapposti gli ambientalisti e gli agricoltori per lo sfruttamento dei bacini e dei flussi idrici della California del Nord, dai quali viene prelevata la maggior parte dell’acqua necessaria al sostentamento delle comunità a Sud della California, storicamente più aride. Una soluzione definitiva, comunque, non è mai stata raggiunta, né durante l’amministrazione Trump né durante l’attuale amministrazione Biden.

A prescindere da questo, comunque, i vigili del fuoco sono ora costretti a rivedere le strategie di contenimento delle fiamme: i pompieri hanno smesso di utilizzare gli idranti e si sono concentrati su aerei e mezzi di terra per combattere il fuoco, ma la mancanza di venti favorevoli ha ostacolato le operazioni aeree lasciando ben poche opzioni.

Adesso le condizioni meteorologiche potrebbero aggravare ancora di più la situazione: nella giornata di oggi, venerdì 10, sono previsti nuovamente venti forti che potrebbero alimentare gli incendi ancora fuori controllo. I vigili del fuoco hanno anche fatto sapere che ci sono diverse complicazioni nella gestione del “fronte”, tra ritardi nell’arrivo di squadre di supporto e difficoltà nel posizionamento dei camion con i serbatoi d’acqua che sono stati inviati nella zona. Diverse arterie principali sono state prese d’assalto dagli sfollati, che ad un certo punto hanno dovuto abbandonare i propri mezzi per proseguire a piedi di fronte al traffico venutosi a creare. Questo ha lasciato le principali vie della città completamente intasate e ha richiesto l’intervento dei bulldozer per liberare la strada e permettere lo scorrimento del mezzi di soccorso, con notevoli ritardi negli interventi.

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