La Corte d’Appello del Sesto Circuito ha annullato le regole sulla neutralità della rete introdotte dalla Federal Communications Commission (FCC). La sentenza, emessa giovedì, stabilisce che la FCC non ha l’autorità legale per regolamentare i fornitori di banda larga come utility, mettendo fine a quasi vent’anni di scontri tra sostenitori di un internet aperto e le grandi compagnie di telecomunicazioni.
Il tribunale ha basato la sua decisione sul precedente legale creato dalla Corte Suprema con il caso Loper Bright, che ha ridimensionato il potere delle agenzie federali di interpretare liberamente le leggi. “Applicare il caso Loper Bright significa porre fine alle oscillazioni regolamentari della FCC,” hanno scritto i giudici. La decisione rappresenta un duro colpo per l’amministrazione Biden, che aveva ripristinato le regole sulla neutralità della rete lo scorso aprile.
Le regole della neutralità della rete, introdotte per la prima volta durante l’amministrazione Obama, impedivano ai fornitori di banda larga come Comcast e Verizon di rallentare o bloccare l’accesso a contenuti online. Queste misure erano state abrogate sotto l’amministrazione Trump, in quello che era a tutti gli effetti uno scontro che vedeva contrapposti giganti tecnologici, come Google e Netflix, ai colossi delle telecomunicazioni.
La decisione della corte rappresenta una vittoria per le compagnie di telecomunicazioni, che hanno a lungo criticato le regole come un’ingerenza eccessiva da parte del governo. Grant Spellmeyer, amministratore delegato del gruppo commerciale ACA Connects, ha celebrato la sentenza definendola “una grande vittoria contro l’invasione del governo su internet.” Tuttavia, i sostenitori della neutralità della rete temono che questa decisione possa aprire la strada a ulteriori restrizioni sull’accesso equo ai contenuti online e alla creazione di una rete internet a due velocità.
Che significa a due velocità? Con la fine della neutralità di rete, gli operatori che offrono servizi internet possono ora diversificare l’offerta, fornendo servizi più veloci alle aziende che pagano di più. Verrebbero dunque create delle corsie preferenziali in base al costo che le aziende sono disposte a coprire, oltre alla possibilità per gli ISP (internet service provider) di bloccare o rallentare e limitare l’accesso a determinati contenuti, siti o servizi, potenzialmente operando una censura e limitando le scelte degli utenti.
Jessica Rosenworcel, presidente democratica della FCC, ha reagito con fermezza, sottolineando la necessità di un intervento legislativo. “È chiaro che il Congresso deve agire per proteggere un internet aperto e giusto,” ha dichiarato.
A tutto questo si aggiunge la nomina di Brendan Carr come nuovo presidente della FCC voluta da Donald Trump: Carr è un fermo oppositore della neutralità della rete, e questo spingerà probabilmente la FCC a ritrattare le proprie posizioni, alimentando la possibilità di ulteriori taglia alle regolamentazioni.