È la vigilia di Natale. Roma, soprattutto di sera, quando il traffico, il caos e gli affanni umani si affievoliscono, torna bellissima e infinita. Le luminarie quest’anno sono grandiose: il risparmio energetico e la sostenibilità lasciano il passo alla magnificenza del tempo. Oggi Papa Francesco inaugura il Giubileo nella nuovissima Piazza Pia.
Il clima, però, non è dei migliori: la capitale è sconvolta dalla morte di una madre, uccisa dal crollo di un albero davanti alle figlie. Chissà se era una premonizione, ma oggi i giornali parlano del cattivo stato delle piante a Roma. Il sindaco Gualtieri, prima di immergersi nella liturgia, deve affrontare una bella grana laica.
Finora, in realtà, del Giubileo si è parlato solo in termini laici. Che caos con tutti quei cantieri! Crozza, imitando alla lettera il primo cittadino, ci ha fatto ridere amaramente sul fatto che, fino a poco tempo fa, solo 3 cantieri su 203 fossero stati completati. Poi c’è l’angoscia per quello che molti chiamano “overtourism,” ovvero l’eccesso di turisti. Si stima che nel 2025 arriveranno a Roma 32 milioni di visitatori, generando un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro. Eppure, sempre più persone storcono meno il naso di fronte a queste cifre.
C’è poi il tema della sicurezza, soprattutto dopo ciò che è accaduto in Germania. E i significati spirituali? E quelli per il mondo cristiano e cattolico? Sarà davvero il Giubileo della speranza, in un anno che sfuma in un altro, ma con conflitti drammatici ancora aperti? Al di là delle profezie semplicistiche, non messianiche, sull’avvento di Trump?
E il tema dell’uguaglianza? Dell’attenzione ai poveri, agli ultimi, ai sempre più numerosi diseguali delle nostre democrazie? Il filosofo Cacciari sostiene che oggi il Vangelo sia muto, mentre altri dicono che il cuore dell’uomo ascolta ancora.
Noi stasera attraverseremo quella porta nella doverosa prospettiva di un mondo migliore. Non sarà facile e non sarà il primo gennaio. Ma dobbiamo pensarlo e pensarci così, se vogliamo che davvero questa Natività e questo Giubileo siano nel segno della speranza. Al di là delle macchine, degli alberghi, delle piante e dei cinghiali. Con tutto il rispetto!