Travel On Set, la scuola di cinema internazionale a guida italiana

Travel On Set, la scuola di cinema internazionale a guida italiana

Abbiamo intervistato Ermelinda Maturo, ideatrice di Travel On Set, per farci raccontare di più su quest'iniziativa

Ermelinda Maturo lavora da anni nell’ambito della produzione e dell’organizzazione di eventi, con un focus sul mondo del cinema e sulla sua valenza educativa e sperimentale. È una passione, quella per il grande schermo, che nasce da giovanissima e, da allora, il cinema è diventato il suo strumento con cui esplorare e raccontare il mondo. Oggi ne ha fatto il suo lavoro. E con Travel On Set, progetto nato a New York, punta a dare un’opportunità ai giovani per sviluppare il proprio talento nell’ambito cinematografico. L’abbiamo intervistata per farci raccontare qualcosa in più.

Buongiorno Ermelinda! Da dove nasce l’idea di Travel On Set e qual è l’obiettivo dell’iniziativa?

“L’idea di Travel On Set nasce soprattutto dalla volontà di offrire ai giovani una prospettiva unica su un settore spesso visto come lontano o inaccessibile, permettendo loro di avvicinarsi alla realtà del cinema non solo come spettatori, ma come possibili creatori. L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: da una parte, vuole insegnare i fondamenti della produzione cinematografica, dall’altra, mira a sviluppare nei partecipanti capacità di espressione e di collaborazione, rafforzando la loro autostima e le loro abilità comunicative. Attraverso questo progetto, intendiamo costruire un ponte tra il mondo del cinema e l’educazione, trasformando il linguaggio cinematografico in un’opportunità di crescita personale e culturale per i ragazzi.”

In che modo cinema ed educazione possono andare di pari passo?

“Cinema ed educazione sono intrinsecamente legati: il cinema offre una lente con cui osservare e interpretare la realtà, e proprio per questo è uno strumento potentissimo per formare coscienze critiche e consapevoli. In Travel On Set, il cinema diventa un mezzo attraverso cui i giovani imparano non solo le tecniche e i linguaggi della narrazione, ma anche a esplorare e raccontare le proprie esperienze, sviluppando al contempo valori come il rispetto, la solidarietà e la collaborazione. Il cinema, infatti, educa alla diversità, all’empatia e alla riflessione critica.”

L’arte cinematografica è spesso tralasciata nei programmi di insegnamento generali. Crede che sia qualcosa da cambiare?

“Assolutamente sì. Il cinema è un’arte completa che integra musica, scrittura, scenografia e recitazione, rappresentando un linguaggio universale, in grado di coinvolgere i giovani in modo diretto e stimolante. Inserire percorsi cinematografici nei programmi scolastici, anche con semplici laboratori, potrebbe incoraggiare i ragazzi a sviluppare competenze trasversali importanti, come la capacità di analisi, la creatività e la comunicazione. Credo che il cinema dovrebbe avere uno spazio stabile nei programmi educativi, non solo come disciplina artistica, ma anche come strumento per interpretare la società e affrontare temi complessi.”

Le serie di successo raccontano spesso il “disagio” delle generazioni. C’è una distorsione in questi racconti o rappresentano un valore educativo?

“La rappresentazione del disagio giovanile in serie di successo come *Skins* o *Euphoria* mette in luce tematiche reali, ma è vero che questi racconti sono spesso romanzati per catturare l’attenzione. Tuttavia, dietro il clamore, c’è un’importante funzione educativa: i giovani, identificandosi in queste storie, possono sentirsi compresi e trovare uno spazio per riflettere su tematiche complesse come la salute mentale e le difficoltà adolescenziali. Travel On Set cerca di promuovere questa autenticità, insegnando ai ragazzi a raccontare il proprio vissuto in modo onesto, responsabile e privo di stereotipi.”

Come si è svolto il progetto Travel on Set a New York? Quali impressioni le ha lasciato?

“A New York, Travel On Set ha trovato un’accoglienza calorosa e un grande entusiasmo da parte dei nostri studenti e delle loro famiglie. I ragazzi stanno vivendo esperienze immersive, creando e lavorando in squadra, imparando come ogni parte del cinema sia interconnessa. È  un’esperienza incredibilmente arricchente per tutti, sia per i nostri artisti e formatori che per i bambini e giovani coinvolti. L’interesse suscitato conferma che questo format riesce a coinvolgere gli studenti a livello internazionale, offrendo loro strumenti e stimoli importanti.”

Qual è stato il responso al Festival di Cannes?

“La partecipazione di Travel On Set al Festival di Cannes ha rappresentato una svolta. Essere riconosciuti in un contesto così prestigioso , dopo la prima presentazione Alla Bocconi di Milano, è stato un grande onore e ha confermato il valore culturale del nostro progetto insieme anche all’ accademia pontificia di teologia del Vaticano di Papa Francesco. Il riscontro è stato molto positivo, e abbiamo avuto la possibilità di condividere la nostra visione con un pubblico ampio e di incontrare professionisti del settore con cui stiamo valutando possibili collaborazioni per future edizioni.”

Ora è a Parigi con ancora più ambizioni: quali sono i prossimi passi?

“Parigi rappresenta un ulteriore step di crescita. Qui puntiamo a consolidare il progetto e a renderlo un appuntamento ricorrente in diverse città internazionali. I prossimi passi includono l’espansione in nuove aree, anche fuori dall’Europa, per rendere Travel On Set accessibile a un numero sempre maggiore di giovani. Inoltre, stiamo valutando l’integrazione di nuove tecnologie e l’organizzazione di partnership con istituzioni educative per dare una stabilità duratura al progetto e amplificarne l’impatto.”

Picture of Francesco Caroli

Francesco Caroli

Francesco Caroli, nato a Taranto, è laureato in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Studi Europei all'Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha iniziato a scrivere di musica e cultura per blog e testate online nel 2017. Appassionato di musica e grande fruitore di rap, attualmente collabora come project manager per l'etichetta discografica DIGA Records ed è autore per le riviste cartacee musicali L'Olifante e SMMAG! Nel 2023 ha pubblicato il saggio "Il mutamento delle subculture, dai teddy boy alla scena trap" per la casa editrice milanese Meltemi.

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