Se c’è un mezzo che, in tutto il mondo, ha preso piede alla stregua dei taxi gialli che invadono quotidianamente le strade di New York, allora siamo sicuri di star parlando dei furgoni di Amazon: i mezzi con la freccia dell’e-commerce più famoso del mondo sono diventati un simbolo della rivoluzione logistica che ha trasformato lo shopping online. Ma dietro l’efficienza tecnologica del colosso di Seattle vi sono, e non fa certo notizia, crescenti tensioni con i corrieri che guidano i furgoni. Adesso, una sentenza federale negli Stati Uniti potrebbe aprire la strada alla sindacalizzazione della rete di consegna di Amazon.
Nonostante centinaia di migliaia di conducenti consegnino pacchi Amazon ogni giorno, la maggior parte di loro non lavora direttamente per l’azienda, dipendendo invece da partner terzi che stringono accordi con Amazon. Nel 2023, quest’ultima ha terminato un contratto con una società di consegne a Palmdale, in California, dopo che i lavoratori hanno tentato di organizzarsi con il sindacato Teamsters. Questo ha spinto il National Labor Relations Board (N.L.R.B.) a denunciare Amazon, sostenendo che, come datore di lavoro congiunto, deve negoziare con il sindacato.
Al centro dello scontro c’è il controllo che Amazon esercita sui lavoratori. Sebbene l’azienda affermi di avere un ruolo minimo nelle decisioni su paga e condizioni di lavoro, molti conducenti e il sindacato Teamsters affermano il contrario. Secondo loro, Amazon stabilisce standard di performance rigidi, utilizzando sistemi di monitoraggio avanzati che penalizzano i partner logistici per eventuali ritardi o infrazioni dei conducenti, creando una pressione costante sui lavoratori.
Alcuni conducenti testimoniano di lavorare anche più di 10 ore, senza pause, sotto lo sguardo costante delle telecamere nei furgoni che trasmettono informazioni direttamente ad Amazon. È un’esperienza comune a molti dipendenti, che si sentono intrappolati in un sistema di sorveglianza.
La battaglia legale si annuncia lunga e complessa, e Amazon ha già dichiarato che le accuse “non hanno fondamento”. Ma se i sindacati dovessero vincere potrebbe aprirsi un nuovo capitolo per l’organizzazione sindacale nei giganti dell’e-commerce. In particolare, il riconoscimento di Amazon come datore di lavoro congiunto potrebbe rivoluzionare l’intero sistema di consegna, dando ai lavoratori la possibilità di negoziare direttamente con l’azienda le condizioni di lavoro e i salari.