Generazione Alpha, il 90% utilizza i social network

Generazione Alpha, il 90% utilizza i social network

Comprende tutti i nati dopo il 2010. Questi ragazzi hanno tra i 13 e i 14 e accedono, pur non avendo l'età minima stabilita in Italia, ai social network. Una recente ricerca indica che: “sono 5 le piattaforme utilizzate in media, con un valore che tende ad aumentare con l’età. TikTok risulta essere il social network più utilizzato, con il 76.74% dei rispondenti, seguito da Instagram con il 69.86% e Pinterest con il 43.37%. Ma se nella lista includiamo YouTube, la piattaforma di Google sale in testa alla classifica, con una percentuale di utilizzo pari all’86%. Tra le app di messaggistica, WhatsApp è la più utilizzata, con il 95.72%

Ormai da diversi anni, la mia attività di ricerca è accompagnata da un percorso di condivisione non solo nei contesti accademico-scientifici, ma anche nelle scuole e nelle associazioni, incontrando studenti, docenti, genitori. Conoscere e indagare ci permette di comprendere quale direzione percorrere. Investigare l’universo dei bambini e adolescenti non può essere svolto da un osservatorio isolato e distante, necessita del confronto.

Gli adulti hanno il compito di mettersi all’ascolto dei bambini, dei preadolescenti e degli adolescenti. Le nuove tecnologie giocano un ruolo importante nell’evoluzione sociale e i ragazzi devono essere correttamente guidati nella scoperta di nuovi mondi virtuali.

Siamo passati dai telefoni cellulari agli smartphone e in ogni smartphone vengono scaricate tantissime applicazioni tra cui le piattaforme di social media.

Lo sviluppo di app e applicativi sta introducendo regole non dichiarate, che conducono gli individui ad un agire orientato e “guidato” dalla tecnologia, o per meglio dire dai suoi sviluppatori.

I dati che ho raccolto nelle mie ricerche mostrano come per i giovani non vi sia più distinzione tra online e offline. I preadolescenti e gli adolescenti in rete ormai “vetrinizzano” ogni momento della loro vita e vogliono apparire perfetti.

Uno dei social che oggi induce maggiore preoccupazione è TikTok, la piattaforma più discussa del momento. A differenza degli altri social, come Facebook, Instagram, Snapchat che da sempre costituiscono una miniera infinita di dati personali, la piattaforma cinese presenta, molti, troppi lati oscuri nel florido mondo dell’app economy.

Mi ha colpito un articolo, pubblicato recentemente su Vanityfair.it, in cui viene spiegato il rapporto tra la Generazione Alpha e i social network.

La Generazione Alpha comprende tutti i nati dopo il 2010. Questi ragazzi hanno tra i 13 e i 14 e accedono, pur non avendo l’età minima stabilita in Italia, ai social network.

Il report Immaginando un altro sé – Esplorando le abitudini online della generazione Alpha, condotto dal Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e coordinato da Simone Digennaro – PhD, Professore Associato in Pedagogia ed Educatore Professionale, evidenzia alcuni dati interessanti che confermano le mie ricerche.

A partecipare allo studio, durato 12 mesi, sono stati 959 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni, con un’età media di 12 anni, di cui il 50% sono femmine. Del totale, il 99% utilizza app di messaggistica istantanea mentre l’88% fa uso dei social network”.

La ricerca indica che: “Sono 5 le piattaforme utilizzate in media, con un valore che tende ad aumentare con l’età. TikTok risulta essere il social network più utilizzato, con il 76.74% dei rispondenti, seguito da Instagram con il 69.86% e Pinterest con il 43.37%. Ma se nella lista includiamo YouTube, la piattaforma di Google sale in testa alla classifica, con una percentuale di utilizzo pari all’86%. Tra le app di messaggistica, WhatsApp è la più utilizzata, con il 95.72% dei rispondenti che ne fanno uso, seguita da Telegram (25.23%). Altri social utilizzati, ma in misura minore, sono Twitch (30.03%), Snapchat (29.92%), BeReal (29.61%), Discord (19.7%), X (12.09%), Facebook (11.15%)”. I dati sottolineano che ancora “il controllo dei genitori sulle attività online dei figli risulta parziale”.

La Survey che ho condotto, e pubblicato all’interno del mio libro “Figli delle App”, ha fotografato quanto sta accadendo. La rivoluzione tecnologica è ormai compiuta. Gli adolescenti si muovono tra app e dimensione social in un fluire quotidiano h24 di interazioni, produzione di contenuti e creatività. Il 100% degli intervistati possiede uno smartphone e il  99% dei ragazzi ha dichiarato di avere un profilo social.

Appare infatti approssimativo parlare di un generico profilo social, perché in realtà i giovani utilizzano diversi social media in funzione degli obiettivi di comunicazione e del pubblico a cui si rivolgono. E le risposte confermano che Instagram e Whatsapp sono i loro luoghi prediletti, il regno dell’immagine il primo, l’impero dell’immediatezza il secondo. Certamente, il tema del rapporto tra nuove generazioni e tecnologia ha da sempre posto un duplice interrogativo: capire come gli strumenti di comunicazione possano contribuire all’iter di formazione delle nuove generazioni e quali conseguenze derivino dal loro ingresso in modo così pervasivo nelle loro vite. È chiaro che i social sono l’universo relazionale per eccellenza dei giovani ed è urgente tutelare l’infanzia. Ognuno di noi ha la responsabilità di dover contribuire a delineare percorsi e strumenti che accompagnino la crescita dei ragazzi e li aiutino a riscoprire valori e sentimenti.

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Francesco Pira

Professore Associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi, insegna Comunicazione Strategica, Teorie e Tecniche del Giornalismo Digitale e Giornalismo Sportivo, Social Media e Comunicazione d’Impresa, presso i corsi di laurea magistrale e triennale del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina. A marzo 2024 è stato nominato Presidente della branch Comunicazione Media e Informazione dii Confassociazioni, di cui era stato Vice Presidente e dal giugno 2020 è Presidente anche dell’Osservatorio Nazionale sulle Fake News. Il quotidiano italiano Avvenire l’ha definito uno dei maggiori analisti italiani del fenomeno Fake News.

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