Opera Italiana is in the Air, intervista al fondatore Alvise Casellati

Opera Italiana is in the Air, intervista al fondatore Alvise Casellati

Si terrà oggi, 24 settembre, nella Naumberg Bandshell a Central Park, la serata organizzata da Opera Italiana is in the Air, iniziativa culturale guidata dal direttore d’orchestra e fondatore Alvise Casellati. Lo abbiamo intervistato all’istituto di Cultura di New York, appena terminata la sua masterclas, per farci raccontare come può un genere apparentemente di nicchia riscuotere così tanto successo nel mondo e, soprattutto, negli USA.

Opera Italiana is in the Air è nato nel 2017 ed è diventato un successo, fino ad arrivare oggi a Central Park. Come se lo spiega questo interesse da parte degli Stati Uniti dell’opera italiana?

Perché alla fine la qualità è la bellezza dell’opera: la gente risponde alla qualità, allo sforzo. È come quando uno sportivo guarda una partita di calcio o una partita di football, magari il Super Bowl, il numero uno e il numero due che giocano l’uno contro l’altro: è uno spettacolo anche per chi non segue regolarmente queste cose. Nel momento in cui si porta qualcosa di qualità come l’opera, con i performers del Metropolitan Opera e studenti delle scuole migliori al mondo, la gente non può rimanere impassibile. È nei nostri geni, è un mondo che ci appartiene, per me è naturale che abbia successo.

Eppure la percezione è che non a tutti interessi l’opera…

La gente non la conosce più l’opera, non sa più nulla: una volta si accendeva la radio e si sentiva l’opera, oggi non si sente più alla radio, non si vede alla televisione, non se ne sente parlare da genitori, dagli amici, perché non ci vanno. A questo punto deve essere una fortuna finire in un teatro a vedere l’opera, perché la gente non la conosce e non è interessata. Opera Italiana is in the Air nasce proprio per portare l’opera fuori dal teatro, nei posti in cui le persone passeggiano, camminano e magari si accorgono che è gratis, dandogli una possibilità. Si tratta di un programma di diffusione del nostro DNA italiano, è qualcosa che abbiamo inventato noi ed ancora oggi si tratta di una delle arti più complete al mondo. Parla ancora dei sentimenti, della vita umana, di noi come esseri umani e di cosa vogliamo essere nel futuro: ha tutti gli ingredienti per essere pop music, bisogna crederci.

Ieri ha tenuto una master class aperta qui a New York all’Istituto Italiano di Cultura diretto da Fabio Finotti e il pubblico si è emozionato per E Lucevan le Stelle: è stato un momento molto emozionante e toccante, interpretato da una persona non italiana in un italiano perfetto. Possiamo dire che l’opera è un po’ anche uno strumento di trasmissione della nostra cultura?

È il motivo numero due, se non il primo al mondo, per cui si impara l’italiano all’estero: se non lo si impara in chiesa, lo si impara all’opera; al massimo si sta con un partner italiano e si decide di imparare l’italiano, ma sono questi i motivi per cui tutti parlano l’italiano. Per l’opera.

Lei, se non mi sbaglio ha definito l’opera come la musica pop per 400 anni. Come fa ancora oggi a emozionare così tanto nelle sue opere, che restano ancora attuali e colpiscono ancora il mondo?

Perché la musica parla di sentimenti, tocca i sentimenti del cuore umano. E Lucevan le Stelle è stato un qualcosa che ha emozionato perché è stata cantata con grande emozione, perché è stata suonata con emozione, perché il pubblico capiva di cosa si stava parlando, perché è stato spiegato alla gente qual era il testo, e quando ci sono questi elementi ci si emoziona. Noi domani avremo un MC (Master of Cerimony, un presentatore, n.d.r.): prendiamo sempre una personalità della tv; domani avremo Chloe Melas, che è NBC entertainment correspondent e che presenterò al pubblico questo cammino che faremo insieme.

C’è un messaggio che vuole lanciare?

Certo, di dare una chance all’opera, venendo ai nostri programmi e di andare a vedere opera. I programmi come i nostri sono per chi viene per la prima volta, per chi non è mai stato all’opera. Il 95-99% delle persone che non erano mai state all’opera ci hanno detto che non sapevano di essere fan dell’opera: le persone non sanno neanche quanto è bello e quante emozioni possa portare questo mondo. È come vedere la Terra attraverso le meraviglie, il Colosseo e tutte le opere d’arte. E questo è musica, quindi è emozione pura

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