L'amministratore delegato di Nike si dimetterà

L’amministratore delegato di Nike si dimetterà

John Donahoe, amministratore delegato dell'azienda di abbigliamento statunitense, lascerà il proprio posto il 13 ottobre. Era in carica dal 2020. Al suo posto Elliott Hill, ex dirigente da 30 anni in Nike.

Nike ha annunciato giovedì il ritiro improvviso del suo amministratore delegato, John Donahoe. Donahoe lascerà la propria poltrona il 13 ottobre, dopo quattro anni alla guida di Nike. L’azienda, icona del settore sportivo e simbolo di innovazione, si trova ora a fronteggiare una fase di crisi, segnata da difficoltà nel merchandising, nella produzione e da conseguente crollo delle azioni. A prendere le redini sarà Elliott Hill, ex dipendente con oltre trent’anni di esperienza, che tornerà a guidare l’azienda a partire dal prossimo mese.

Reazioni miste tra analisti e appassionati del marchio: molti vedono nel cambiamento un’opportunità per tornare alle origini, riscoprendo quella capacità di innovazione e storytelling che ha reso Nike un gigante del settore. Donahoe, amministratore delegato dal gennaio 2020, ha affrontato sfide considerevoli, dalla pandemia di Covid-19 all’espansione dell’e-commerce, ma è stato criticato per la mancanza di una visione audace che potesse mantenere alto il profilo del brand.

Simeon Siegel, analista di BMO Capital Markets, ha infatti dichiarato che la vera magia di Nike risieda nella sua capacità di narrare storie coinvolgenti, un aspetto che sembra essersi affievolito negli ultimi tempi. “Quando l’attenzione si sposta sulla vendita diretta e non sulla narrazione, si perde parte di quella magia”. E in effetti, il recente focus dell’azienda sui canali di vendita diretta ha sollevato interrogativi sulla direzione strategica da intraprendere.

In più, l’azienda aveva già effettuato tagli per oltre 2 miliardi di dollari a dicembre scorso, seguita da un crollo delle azioni dopo la rivelazione dei risultati di giugno, dai quali è emerso un dato sulla crescita pari a solo l’1% negli ultimi dodici mesi. Ma con oltre 700 licenziamenti avvenuti recentemente nella sede centrale in Oregon, la domanda sorge spontanea: Nike sta davvero tagliando i rami secchi o sta perdendo preziose risorse umane?

Intanto, le azioni Nike, in calo del 24% dall’inizio dell’anno, hanno registrato un’impennata del 10% dopo l’annuncio del cambio al vertice.

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