Il NYPD ha revocato l'accesso alla propria sede a due giornaliste
La sede principale del Dipartimento della polizia di New York | Foto di Francesco Dazzi via Wikicommons

Il NYPD ha revocato l’accesso alla propria sede a due giornaliste

La motivazione ufficiale fornita dalla polizia è stata la violazione di una regola interna: le giornaliste avrebbero contattato direttamente i sindacati di polizia per ottenere interviste con dipendenti del dipartimento, bypassando l’ufficio stampa.

Giovedì, due giornaliste, Tina Moore del New York Post e Maria Cramer del New York Times, si sono viste revocare temporaneamente l’accesso alla sede del Dipartimento di Polizia di New York. La decisione è arrivata il giorno dopo i sequestri effettuati dagli agenti federali nei confronti di diverse personalità vicine all’amministrazione Adams, fra cui spicca anche il Edward Caban, al quale è stato sequestrato il telefono.

La motivazione ufficiale fornita dalla polizia è stata la violazione di una regola interna: le giornaliste avrebbero contattato direttamente i sindacati di polizia per ottenere interviste con dipendenti del dipartimento, bypassando l’ufficio stampa. La Moore avrebbe chiesto alla Police Benevolent Association informazioni per un articolo sugli attentati dell’11 settembre, mentre la Cramer avrebbe contattato il sindacato dei tenenti per intervistare un membro.

La decisione di revocare gli accessi ha riacceso le tensioni tra il NYPD e i media, che da tempo denunciano una mancanza di trasparenza da parte delle forze dell’ordine. Lo scorso dicembre, l’amministrazione del sindaco Eric Adams aveva già trasferito i giornalisti in un trailer all’esterno della sede della polizia, suscitando critiche da parte delle testate giornalistiche. Questo ultimo episodio non ha fatto altro che acuire le preoccupazioni sulla limitazione dell’accesso alle informazioni.

Nel frattempo, Tina Moore è stata riammessa nella sede, mentre l’accesso di Maria Cramer rimane sospeso fino al 16 settembre. Il New York Times ha espresso preoccupazione, affermando che non ha ricevuto spiegazioni adeguate per la revoca, e ha respinto qualsiasi insinuazione di comportamenti non etici da parte della propria giornalista.

Da parte sua, il NYPD ha difeso la propria posizione, descrivendo l’accesso alla sede come un “privilegio” che comporta il rispetto di standard etici e morali. Tuttavia, nessuna menzione specifica di regole che vietino il contatto con i sindacati è stata rintracciata nei regolamenti forniti ai giornalisti al momento del loro trasferimento nel trailer.

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